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L’Essenza Californiana e il gatto nero di Patricia: una interpretazione analogica

L’Essenza Californiana e il gatto nero di Patricia: una interpretazione analogica

Ascoltare Patricia Kaminski rappresenta sempre un’esperienza unica. In particolare mi esalto quando la sento condividere il suo amore per gli animali e per i suoi gatti in particolare.

Non poteva dunque cancellarsi dalla mia memoria la storia del suo gatto nero che pur amato e coccolato si dimostrava molto mordace. Chi conosce i gatti lo sa, nessuno è uguale all’altro, ma ognuno ha una personalità ben definita, con predilezioni, tic, manie e modalità di relazione diverse. Ci sono quelli più “graffiosi”, che utilizzano gli artigli affilati per ribellarsi e difendersi, quelli assolutamente pacifici che, sebbene dotati di strumenti di offesa, non danno segno di esserne consapevoli, il micio di Patricia usava le zanne e posso dire, per esperienza diretta, che il morso di un piccolo felino può fare piuttosto male. Questa panterina, pur affettuosa ed intelligente, era assolutamente intrattabile e non disposto a farsi manipolare.

Immagino che un animale di affezione nelle mani della Kaminski non possa esimersi dallo sperimentare l’efficacia delle Essenze Floreali, infatti Patricia decise di provare ad utilizzare con lui l’essenza del fiore Snapdragon, letteralmente “morso di drago”, quello che noi chiamiamo “Bocca di Leone”. Purtroppo non è per nulla facile somministrare medicine e rimedi in generale ad un gatto così battagliero, così lei pensò di utilizzare un particolare sistema di somministrazione per non stressare l’animale, evitando lotte per infilargli in bocca le goccine.

Questo metodo lo consiglia a tutti noi: bisogna inumidirsi le mani con il rimedio in soluzione acquosa a poi accarezzare il pelo dell’animale, lui stesso, sia leccandosi che attraverso la pelle, assumerà l’essenza senza agitarsi troppo.

Il gatto in questione, evidentemente, sebbene piuttosto selvaggio accettava le carezze, con quelli che invece non si fanno proprio toccare, non ci resta che unire l’Essenza Floreale all’acqua o al cibo, sperando che il felino, notoriamente schizzinoso, non percepisca l’aroma del brandy.

Patricia conclude la sua storia raccontandoci che il gatto nero in seguito alla assunzione di Snapdragon, divenne decisamente meno aggressivo e mordace.

Vediamo adesso un po’ più in dettaglio di che Fiore stiamo parlando.

Bocca di Leone: Antirrhinum majus: anti (simile), rhin (muso). Anche il termine botanico fa riferimento alla particolare conformazione del fiore i cui petali, se leggermente premuti, si aprono ricordando il muso di un animale.

In fitoterapia, l’estratto ricavato dalle foglie e dai fiori è ricco di mucillagini e glucosidi con proprietà principalmente antinfiammatorie e lenitive.

È interessante notare come questo estratto sia consigliato per curare infiammazioni e ulcerazioni del cavo orale.

Ecco nuovamente l’indicazione collegata ai termini bocca-muso-morso, presenti sia nel nome popolare dato all’Antirrhinum majus in diversi paesi che nella denominazione botanica.

La pianta appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae comealtri fiori utilizzati in floriterapia, basti pensare al Mimulus del repertorio di Bach ed ai MonkeyFlower , repertorio FES.

Per quanto riguarda la floriterapia, Katz e Kaminski, utilizzano la varietà gialla, ma non sono riuscita a scoprire se anche in Nord America, come in area mediterranea, la pianta cresce spontanea nei prati nelle sue due principali varietà rosa e gialla.

In Sicilia e nell’isola di Pantelleria mi sono imbattuta in distese fiorite di questa pianta nella varietà rosa, con grandi e vistosi fiori, in Liguria invece ho sempre incontrato la varietà spontanea di colore giallo, con fiori decisamente più modesti.

La FES ci fornisce questa indicazione per l’utilizzo della Essenza Floreale:

“ tensione alle mandibole, aggressività verbale, energia della libido repressa o mal diretta”.

Questa breve riflessione sull’Essenza Californiana Snapdragon, tenta di mostrare le intime connessione fra l’aspetto della pianta, il suo comportamento e l’utilizzo sia in fitoterapia che nell’ambito che in questa sede più ci interessa: la floriterapia.

La lettura della pianta, sulla scia di grandi Anime come Paracelso e lo stesso Dott. Edward Bach, ci invita a portare l’attenzione sulle analogie presenti nella natura, solo così noi possiamo renderci conto che Il mondo dei simboli non è un’invenzione di qualche geniale intellettuale, bensì parte integrante dell’esistenza stessa.

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