Floriterapia Archives - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

Gretel e Hansel regia di Oz Perkins 2020: una lettura secondo Il metodo “Fiori e le Dee”

Gretel e Hansel regia di Oz Perkins 2020: una lettura secondo Il metodo “Fiori e le Dee”

Se’ è vero che esiste un potere femminile oscuro che si nutre della carne dei propri figli, imprigiona e soffoca, esiste anche un potere femminile che sa proteggere, nutrire, salvare, per poi lasciare andare l’Altro verso il proprio destino, preservando così anche se stesso.
Trattenere troppo con noi chi si ama significa imprigionare noi stesse, al contrario lasciarlo andare significa essere libere, esercitando un potere “buono” che integra il lato oscuro e si nutre di quello luminoso.

Questo mi sembra essenzialmente il succo di questa lettura affascinante della fiaba “dark” di Hansel e Gretel, una storia particolarmente inquietante che tuttavia contiene una lezione fondamentale per ogni ogni donna.

Mi chiedo se quest’opera del figlio di Antony Perkins, (sì proprio “quel Perkins” protagonista del mitico Psycho…) abbia avuto un riscontro positivo fra il pubblico.
Il film non è fatto per “acchiappare lo spettatore” dominato com’è da atmosfere cupe e rarefatte in cui i personaggi si muovono come figurette di carta ritagliata.

Anche l’ambientazione antica storicamente non ben definita, come in tutte le fiabe che si rispettino, contribuisce a rendere la vicenda un po’ estraniante e i protagonisti poco coinvolgenti emotivamente.
Eppure il film progressivamente cattura ed al termine della visione lascia una sorta di alone che ci costringe a riflettere sulla vicenda che è stata rappresentata.

Già il titolo: “Gretel e Hansel”, è una dichiarazione di intenti: l’inversione dei nomi dei protagonisti rispetto alla fiaba originale ci fa capire chi è la vera protagonista. Gretel, qui non è una bambina, ma la fanciulla che, costretta alla fuga da una società implacabile con i più deboli, sfida orrendi pericoli portando con sé l’amato fratellino a cui è legata da un profondo affetto materno.
Gretel, che ci viene presentata come una ragazza saggia, forte e dotata di potenzialità di cui non è consapevole, cercando la salvezza per Hansel e per sé non può che trovare rifugio nel cuore più oscuro della foresta dove pulsa un grande potere femminile, un potere che tuttavia si rivela essere malvagio.
La strega che li ospita e di fatto imprigiona ha costruito la sua magia sul sangue e sull’abominio più raccapricciante, eppure diviene anche una grande maestra per Gretel, offrendole la possibilità di studiare la magia della Natura e ascoltare se stessa, riconoscendo i propri talenti e la propria parte “cattiva”.
Le due donne si riconoscono come affini, la strega che sembra averla attesa da tempo la elegge sua discepola. Per diventare potente come la maestra, dovrà Greta perdere la propria umanità, sacrificando il lato affettivo e accudente per diventare quello a cui sembra predestinata?

Il film è molto più ambizioso di quanto possiamo aspettarci guardando i trailer che lo presentano come la riproposta in salsa Horror della notissima fiaba. In realtà è ricco di rappresentazioni simboliche e rimandi che non possono essere contenuti in queste poche righe. Divertitevi a riconoscerli ed interpretarli.
Talvolta la narrazione ipnotica può farci “calare la palpebra”, infatti Il film andrebbe visto in una sala cinematografica dove la potenza delle immagini arriva allo spettatore in modo più coinvolgente, tuttavia non demordete: questa resta comunque un’opera originale, lontana dai prodotti stereotipati che le piattaforme televisive ci stanno propinando da quando le sale cinematografiche sono ahimè inaccessibili.
Marisa Raggio

I Fiori di Gretel
Vediamo quali possono essere le Essenze Floreali più importanti per accompagnare la giovane Gretel nel suo periglioso cammino.

Repertorio Bach:
Mimulus, per riconoscere il proprio coraggio
Larch, per trovare la forza di ribellarsi e partire
Aspen, per scoprire il coraggio di affrontare l’oscurità
Walnut, per ricevere la protezione necessaria ad affrontare grandi   cambiamenti e grandi minacce.
Cerato, per sviluppare la capacità di fare autonomamente la scelta coerente con il proprio Sé Superiore
Chicory, per imparare a lasciare andare l’oggetto del proprio amore, permettendogli di seguire la propria strada,
impararando ad amare nella libertà propria e dell’Altro.

Repertorio F.E.S.
Black Eyed Susan, per affrontare la propria ombra
Black Cohosh, per non restare incatenate all’oscurità

PENE D’AMORE ED ESSENZE FLOREALI

PENE D’AMORE ED ESSENZE FLOREALI

Ore 14.00-17.00
Marisa Raggio
PENE D’AMORE ED ESSENZE FLOREALI
UNA DELL SFIDE PIÙ DIFFICILI PER IL/LA FLORITERAPEUTA
 
Presentazione del Seminario:
“Nella mia professione, ormai ultra ventennale, non ho mai incontrato una/un cliente che facesse più resistenza alla “guarigione” del “malato d’amore”.
Quello della sofferenza amorosa è un tunnel da cui si esita molto ad uscire, un percorso doloroso che può fare paura, poiché costringe le persone ad accettare profondi cambiamenti nelle proprie attitudini verso l’Altro e verso se stessi.
L’obiettivo del seminario è quello di indicare, con l’ausilio della floriterapia, le fasi attraverso cui guidare noi stessi ed i nostri clienti dalla sofferenza verso una nuova visione della propria vita di relazione.
Comprendere come “funzioniamo” è fondamentale: solo così possiamo evitare la ripetizione di schemi che in passato si sono rivelati nocivi.
Il seminario è consigliato ai professionisti, ma anche a tutti coloro che stanno attraversando una fase difficile della propria vita sentimentale o a chi vuole sperimentare una nuova rilettura delle proprie “pene d’amore” presenti e passate.”
Parte I°
Dal Mito alla vita quotidiana: Abbandono e Tradimento, le ferite che non vogliono guarire.
Parte II°
I Fiori per le 8 fasi di accompagnamento del cliente, dalla desolazione alla riedificazione.
 
Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.

O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
di un fazzoletto odoroso e fatale.

Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.
Anna Achmatova

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. PARTE 5

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. PARTE 5

18 APRILE 2020

Dopo 41 giorni di lock down siamo cambiati un po’ tutti. Le emozioni vengono a galla in modo evidente  e certe volte ci sentiamo imbarazzati dalla loro veemenza. Questo intenerimento ci sorprende, ma che fatica mantenere il distacco quando gli unici rumori  metropolitani che entrano nelle nostre case sono le sirene delle ambulanze!

BORAGE
E’ arrivato il tempo di accettare la COMMOZIONE, di smettere di avere paura dei sussulti del nostro cuore.
Se lui ancora riesce a commuoversi, “muoversi con “, nonostante la tristezza, significa che è vitale e sta lottando per uscire dalla cappa della rassegnazione.
Stiamo imparando a non temere le nostre emozioni, perché alla fine, ci vuole CORAGGIO, anche per ritrovare la GIOIA.
Mi sono appena resa conto che nei miei post in questi giorni, sto usando sempre di più il termine “commuovere”, strano, non sono mai stata una tanto facile alla lacrimuccia, però, si sa, invecchiando…
Non credo tuttavia che sia solo un problema anagrafico, quante e quanti fra voi si sono accorti in questi giorni di “avere le lacrime in tasca”?
Troppe cose sono arrivate a shakerare i nostri stati d’animo: l’isolamento, la lontananza dai nostri cari o dalle persone amiche, la perdita di rituali che confortavano e ci aiutavano a stare bene.
Soprattutto, penso che quello che ci rende così vulnerabili emotivamente siano le notizie continue che riceviamo. Ci vorrebbe un cuore di pietra per non partecipare a tanto dolore, a tante difficoltà e a tanti gesti di enorme generosità, mentre a noi viene solo chiesti di restare “dentro”.
Così alcune volte ci sentiamo inutili, mentre altre siamo costretti entrare in contatto con il malloppo ingombrante di emozioni da cui fino ad ora ci eravamo accuratamente difesi.
Il sistema di Fiori Californiani della F.E.S. ha scoperto un rimedio che reputo molto pertinente per lo stato emozionale che stiamo attraversando: Borage.
La Borragine, molto comune nelle campagne e negli orti dell’area mediterranea, viene utilizzata a scopo alimentare in diversi modi: se non avete mai assaggiato i ravioli liguri ripieni di borragine, allora vi siete persi una squisitezza!
In fitoterapia questa pianta è considerata ricca di molte proprietà ed è usata in ogni sua parte: fiori, foglie, semi.
I molteplici utilizzi di Borago Officinalis, ci rimandano alle qualità dell’essenza floreale scoperta da Patricia Kaminski e Richard Katz.
Nella mia pratica di floriterapeuta penso a Borage ogni volta che sento la frase “ho il cuore pesante” e, a livello personale, ho proprio notato che l’essenza ci “rincuora” nei momenti più cupi.

Così Patricia Kaminski descrive Borage
“TROVO LA FORZA PER AFFRONTARE LE PROVE DELLA VITA.
RIEMPIO IL MIO CUORE DI LUCE GIOIOSA E INCORAGGIANTE.
E QUESTO CORAGGIO RAFFORZATO DALLA LUCE RENDE LIETO E ALLEGRO IL MIO CUORE.”

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. PARTE 4

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. PARTE 4

Un altro cambiamento di umore. Piano piano ci stiamo adattando allo stato di “emergenza”, lo sconforto e la paura sfumano, ma lasciano un alone pesante che tende a spegnerci. Ora rischiamo di  farci  conquistare de una sorta di torpore, le giornate si trascinano tutte uguali: ne usciremo, ma chissà quando. Intanto restiamo in attesa.

30 marzo 2020

WILD ROSE
Dai, forza ora i dati sono più incoraggianti, i contagi calano e cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel.
Solo ancora un piccolo sforzo, non si uscirà ancora per Pasqua, un altro paio di settimane ancora di quarantena…o forse un mesetto.
…Intanto oggi il letto non l’ho fatto, mica per pigrizia, nooo! Per non disturbare il gatto, almeno così mi racconto.
In queste ore mi ritrovo a ciondolare per casa, ripensando alla tabellina di marcia così bene scandita che fino a ieri riuscivo a rispettare.
Adesso non più: è incredibile come una riesca a sentirsi stanca combinando così poco. C’è da chiedersi come facevo “prima”, quando la mia giornata era piena di impegni e mi sembrava di correre da mattina a sera.
Due settimane così però non è possibile trascorrerle, trascinandosi tra divano e letto, televisione e cucina, giusto facendo il minimo indispensabile.
Aiuto! Voglio ritrovare la spinta dei primi giorni, quando chiudendomi in casa mi ero ripromessa di organizzarmi per bene, evitando di cadere nell’apatia.
Sicuramene un Fiore che mi aiuti a reagire deve esserci.
E infatti c’è, è Wild Rose, la Rosa Canina: molti di noi stanno assumendo proprio in questo periodo l’estratto delle sue bacche, ricchissime di vitamina C.
Cosa scrive Bach di questo rimedio floreale:
“Per coloro che, senza una ragione apparentemente sufficiente, si rassegnano a tutto ciò che accade, e scivolano così attraverso la vita prendendo le cose come sono, senza fare alcuno sforzo per migliorare o per trovare un po’ di gioia. Si sono arresi alle avversità della vita senza lamentarsene.”
Edward Bach, Le Opere Complete, ed Macro.

7 aprile 2020

HORNBEAN

“Non è che mi pesi stare a casa, è che dopo tutto questo tempo le giornate sono diventate identiche . Non ci sono più i giorni della settimana, mi sembra di vivere in un tempo immobile e sospeso…”

“Apro gli occhi al mattino e so già ogni singolo gesto che compirò nelle seguenti 24 ore. Vorrei dormire tutto il giorno.”

“I primi giorni ne ho approfittare per dare una bella ripulita e disinfettata alla casa. Una gran soddisfazione. Ora però continuo ripetitivamente a pulire e mi sembra di essere sempre allo stesso punto, che fatica!”

“ Mi sono dedicata con soddisfazione a tutte le serie tv che non avevo mai tempo di guardare. ..Credo di averle viste tutte…ma da qualche giorno mi addormento subito davanti alla televisione, mi sveglio alle due di notte e non mi riaddormento fino al mattino. Poi resto stordita tutto il giorno e non combino nulla.”

“Avevo progettato di fare tante cose per non sprecare il tempo trascorso chiusa in casa, ma NON HO LA FORZA Di INCOMINCIARE ”

Queste parole le avete già ascoltato, le avete dette o pensate?
Quando la routine ci spegne e ci appesantisce, le giornate si trascinano monotone, possiamo pensare a Hornbeam, Il Fiore del Carpinus Betulus.
Così lo presenta il nostro Edward Bach:
“ HORNBEAM
Per coloro che sentono di non essere abbastanza forti, sia psicologicamente che fisicamente per sopportare il peso della vita che li sovrasta. Anche i problemi di ogni giorno sembrano loro insormontabili, sebbene queste persone riescano poi in genere a compiere, con successo, il loro dovere. Per chi crede di doversi fortificare in qualche parte del corpo o della psiche per poter facilmente adempiere al proprio compito.”
E.Bach, Le Opere Complete, Macro Edizioni.

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. PARTE 3

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. PARTE 3

L’ultima settimana di marzo forse è stata la più cupa.
E’ curioso come le persone abbiano la capacità di dimenticare i momenti brutti. Io questa fase l’avevo rimossa. Poi mi imbatto in questa mia riflessione e comincio a ricordare.
Ora che ce li siamo lasciati alle spalle, non voglio che questi tre mesi si vadano stingendo fino a perdersi in una nebbia lattiginosa.

Voglio ricordare che ci sono state ore e giorni pesanti, ma li abbiamo superati. Noi non siamo crollati, abbiamo anche ritrovato il sorriso e finito per godere delle piccole cose che la quarantena ci regalava. Fra queste ricordo la città finalmente silenziosa, l’aria più pulita, le nutrie che sulla darsena si lasciavano avvicinare dai pochi umani che passavano di lì. E poi il cibo cucinato con la pazienza che tutto quel tempo libero ci regalava, un bel film, rileggere oziosamente il tuo libro preferito, ingozzarsi con una serie tv appassionante senza sensi di colpa, tanto che altro c’è da fare? Chiedetelo ai miei gatti e al mio cane, per loro sono stati giorni deliziosi: loro non si lasciano scoraggiare facilmente!

23 marzo 2020 GENTIAN
Il 22 marzo è stata una domenica particolarmente cupa.
Sono aumentate le restrizioni: ora siamo davvero blindati in casa.
Ci siamo lasciati alle spalle la fase eroica della musica ai balconi, affacciati e commossi fino a pochi giorni fa applaudivamo e cantavamo l’inno nazionale.
Adesso tutto è più silenzioso.
I contagi faticano a calare, i numeri non ci confortano. È il momento della la frustrazione: “ma come, con tutti i sacrifici che stiamo facendo, nessun risultato?”
E mentre questi pensieri vagano nella nostra testa incontriamo Lui: il Distruttore, il Pessimista: può essere, un giornalista, uno dei famigerati “opinionisti” che infestano i programmi tv, oppure un parente o un amico.
Nonostante l’isolamento, l’AMAREZZA filtra attraverso il telefono, i messaggi, la televisione e ci contagia.
E cos’ ci sentiamo particolarmente scoraggiati, ci è passata persino la voglia di fare quella torta di cui avevamo cercato la ricetta…
E’ la fase GENTIAN (genziana amarella), quel bellissimo fiore di montagna le cui radici sono sì amarissime, ma in fitoterapia vengono utilizzate per farci digerire qualsiasi cosa, anche i bocconi più amari e questo boccone, inutile nascondercelo, è proprio bello grosso da mandare giù.
Scrive Eward Bach nell’edizione del 1933 de “I dodici guaritori e i sette aiuti”:
GENTIAN
Quando c’è depressione; quando si ha la sensazione che le cose non stiano andando bene, o si dubita che stiano migliorando” .

Edward Bach, “le opere Complete”, Macro edizioni.

Foto di Paolo Chiabrando

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. Parte 2

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. Parte 2

Ormai siamo nella prima decade di giugno, mille incognite ci impediscono di fare progetti. Obbligati a programmare la nostra vita un giorno dopo l’altro, continuiamo a chiederci se si tornerà a “prima”.  Certo la prova è stata molto dura e la lezione ricevuta per la stragrande maggioranza di noi non è ancora chiara. Non sappiamo se il Covid ci ha reso migliori, certo è che ora i problemi collegati alla ripresa sono tantissimi.

Mi ha sorpreso il turbamento con cui ho riletto questi brevi articoli pubblicati su Facebook nel corso della quarantena. Ognuno di essi nasce da un tentativo di leggere le mie emozioni, un turbine dovuto all’isolamento forzato ed una routine quotidiana totalmente stravolta.

Altri spunti mi sono arrivati dalle lunghe telefonate con alcune mie clienti, anche loro talvolta preoccupate, spaventate o semplicemente confuse. Tutte noi comunque eravamo ben decise a monitorare i nostri stati d’animo per cercare di fare qualche passo avanti riguardo alla nostra consapevolezza.

Ci siamo riuscite? Non lo so, l’unica certezza è che quelli sono stati giorni davvero strani ed estranianti, una sorta di bolla, di tempo sospeso,  in cui tanti di noi hanno finito per trovarsi piuttosto bene. Da qui la  difficoltà diffusa a riprendere il ritorno alla “normalità”, in quella che è stata definita “la fase 2″… ma questa è un’altra storia, ne parleremo.

13 marzo 2020:  ROCK ROSE
Una componente della mia personale miscela mi ha mostrato in queste ore  la sua forza, si tratta di Rock Rose, da noi noto come dell’Eliantemo (helianthemum nummularium), una pianta selvatica i cui fiori di un acceso giallo-oro,  appaiono come un delicato tessuto stropicciato e sfioriscono in poche ore. Soggetta a rinite allergica stagionale, ieri ho attaccato a tossire e starnutire. Io faccio la spavalda, ma sotto sotto… Potevo ragionare, riflettere e rendermi conto che si trattava di  sintomi che si ripetavano da trent’anni e invece è arrivato a tradimento il “terrore”: “Oddio ci siamo!” , mi è sembrato che il cuore si fermasse. Poi, ho preso le gocce, respirato profondamente e mi sono addormentata come un ghiro.
La velocità di azione del Rock Rose non smette di stupirmi, agisce in modo molto evidente proprio nello stato acuto. Non a caso è un elemenmto del Rescue Remedy, la miscela di cinque fiori di Bach molto diffusa e usata soprattuto nelle situazioni acute o di emergenza.
Così scrive Edward Bach nel 1934, in “I dodici guaritori e i sette aiuti”:
“Quando un paziente è terrorizzato, o se la malattia è improvvisa o tanto grave da suscitare grande paura in coloro che stanno intorno. Di fatto, in tutti i casi di urgenza o pericolo bisogna somministrare questo rimedio, anche se ne sono necessari altri.”
( E. Bach, Le Opere Complete, Macro edizioni)

21 marzo 2020: RED CHESTNUT
Aiuto, la mia miscela di Fiori, dopo due settimane comincia perdere i colpi!
Ho controllato, il liquido è trasparente, infatti l’ho ripreparata da poco.
Eppure la notte mi sveglio e ultimamente non riesco più a riprendere sonno.
Nella mente si affastellano immagini e pensieri: una fila infinita di bare, genitori, nonni, che se ne vanno senza poter salutare i loro cari, i contagiati che aumentano, numeri, dati, statistiche sconfortanti e su tutto gli interrogativi: quando e come ne usciremo e dopo che mondo ci aspetta?
Ormai abbiamo superato la fase del pericolo misterioso ed incombente, alcuni di noi dopo due settimane di segregazione e mille precauzioni igieniche, sono persino al di là del terrore di ammalarsi.
Adesso  incominciamo a preoccuparci non solo per la nostra incolumità, ma ci tormenta la sofferenza del nostro Paese, il cuore è gonfio di dolore per chi sta peggio di noi.
Empatizzare, pregare, solidarizzare per chi è in prima linea, per chi continua a rischiare la salute per svolgere un servizio pubblico è giusto ed etico.
Permettere che questa “compassione” si trasformi in ansia ed angoscia però non aiuta nessuno, anzi, come ci insegna Edward Bach, può essere persino controproducente, per noi e per gli altri.
E’ iniziato il tempo di RED CHESTNUT: aesculus carnea, l’albero che allieta i nostri parchi con le sue fioriture coniche, rosso carminio.
“Per coloro che trovano difficile non essere in ansia per gli altri. Sono persone che in genere non si preoccupano per se stesse, ma possono soffrire molto per coloro a cui vogliono bene, perché temono sempre che possa accadere loro qualche sventura.”
E. Bach, Le Opere Complete, Macro Edizioni.

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. Parte 1°

CRONACA FLOREALE DEI GIORNI PIÙ STRANI: COVID 2020. Parte 1°

Strani giorni abbiamo vissuto negli ultimi quattro mesi e i mutamenti a cui dobbiamo imparare ad adeguarci non sono ancora finiti.
Nei giorni di lockdown stretto ed anche nel mese successivo ho avuto l’occasione di ascoltare diverse persone che cercavano di esprimere le loro emozioni riguardo alla situazione che stavamo vivendo. Io per prima ho cercato di riflettere su come mi sentivo in questa altalena umorale che ogni mattina mutava.
L’insegnamento di Edward Bach e le essenze floreali da lui scoperte restano per me un fondamentale punto di riferimento e ogni emozione a mio avviso è tradotta splendidamente dai suoi 38 Fiori.
Mi sono dunque sentita stimolata a tradurre gli stati d’animo condivisi da coloro che ascoltavo in alcuni Fiori, cercando di tenere una piccola cronaca dei giorni più difficili della quarantena.

I PRIMI GIORNI, MUSTARD 10 marzo 2020

Quale è stato per voi il Fiore sta facendo la differenza in questi giorni di emergenza Coronavirus?
Nel mio casa l’emozione dominante è lo sconforto e la cupezza, così mi sono rivolta al Fiore di Bach MUSTARD (Sinapis Arvensis)

Assunta la miscela in poco tempo ho avvertito un senso di maggior leggerezza e mi sono ritrovata a cantare mentre alacremente pulivo e disinfettavo.
Del resto lo sappiamo, ad ognuno i suoi fiori. Bach docet: consideriamo la persona e non la “malattia”.
MUSTARD, la nostra Senape, è una pianta molto nota in cucina per la salsa aromatica che si ricava dai suoi semi, ma anche le foglie sono commestibili.
Molto utilizzata in agricoltura per la pratica del “sovescio”*, cresce bene in territori ben soleggiati.
Il dato per noi più interessante è il suo colore: un giallo acceso che ci fa subito pensare alla luce e al sole.
Così lo descrive il dottor Bach:
“Per coloro che sono soggetti a periodi di malinconia o, addirittura, di disperazione, come se una nube fredda e scura gettasse un’ombra cupa su di loro offuscando la luce e la gioia di vivere. Non è sempre facile trovare una spiegazione razionale a queste crisi.”
(Edward Bach, Le Opere Complete, Macro Edizioni, pag.68)

In ricordo di Laura Prano Paesano, terapeuta, insegnante e traduttrice del testo di Bach sopra citato.

Grazie a Paolo Chiabrando per la fotografia

Per guarire un cuore infranto. Malati d’Amore o Amori malati?

Per guarire un cuore infranto. Malati d’Amore o Amori malati?

Malati d’Amore o Amori Malati? Una sfida difficile per il floriterapeuta I fiori ci offrono un aiuto fondamentale per lenire il dolore causato da un abbandono o la fine di una relazione, per uscire a testa alta da un legame malato, per imparare a riappropiarci della nostra dignità. Due giornate alla scoperta delle essenze floreali più adatte ad affrontare le ferite del cuore.

Perché è così difficile guarire dal “mal d’amore”? Forse perché per farlo bisogna CAMBIARE, riadattare i nostri schemi mentali, creare nuovi sogni, nuovi progetti, mettendo in discussione quelli vecchi.

Riprendersi i contenuti che abbiamo proiettato sull’oggetto del nostro amore è sempre e comunque un momento doloroso, paragonabile ad un lutto.

E’ possibile, seguendo un percorso di counseling che utilizza come strumento chiave I Fiori di Bach ed altri repertori di essenze floreali, imparare a lasciare andare e procedere oltre dopo una delusione d’amore.

Per alcune/alcuni di noi all’inizio sembra impossibile, il colpo ricevuto è tale che si resta immobili, bloccati in un dolore che ci appare insuperabile. Eppure come dicono le canzoni : “Non si muore per amore”, anzi certe volte si impara finalmente a a vivere nel miglior modo possibile.                                                                                                 Marisa Raggio

25-26 Gennaio 2020                                                                                                                                                                                                                                                                  Seminario di approfondimento e aggiornamento, tenuto da Marisa Raggio, counselor, floriterapeuta.

Rivolto  ai diplomati della scuola dell’Unione di Floriterapia e ai professionisti con formazione equivalente.

Organizzato dalla Unione di Floriterapia presso:  Il Ginkgo – la Valle del Tao Viale Stefini 7, 20125 Milano

 

 

 

La Dea nell’Ombra

La Dea nell’Ombra

Scusate, ma insisto.

Ogni volta che faccio riferimento a Era, la moglie del capo supremo Zeus,  suscito un silenzio di tomba.
OK, l’ho capito: Giunone, come la chiamavano i romani, fra le affascinanti signore dell’Olimpo è proprio l’unica che di solito non desta la nostra ammirazione.
Tuttavia, lavorando con le essenze floreali, e soprattutto con le fondamentali 38 di Edward Bach, ho imparato che quando la tipologia caratteriale incarnata da quel dato fiore ci sta “antipatica”, be’, abbiamo toccato un “nervo scoperto”: è arrivato il momento di assumere proprio l’essenza di quel fiore ed incontrare la parte di noi che preferiremmo ignorare o addirittura detestiamo.
Seguendo lo stesso principio, penso che la nostra Era, nota per la  mitica ira vendicativa con cui perseguita dee, donne, ninfe e ogni forma di vita che risvegli il desiderio concupiscente dello sposo, sia in realtà parte di noi, proprio come le sue più accattivanti colleghe divine.
Del resto nel mondo classico la regina degli dei, nonché protettrice di quella istituzione matrimoniale cardine del sistema patriarcale antico e moderno, era molto onorata, oggetto di un importante culto da parte delle fanciulle a cui la società non offriva altra prospettiva oltre a quella di essere moglie prima e poi madre.
“..ma da allora le cose sono molto cambiate” direte voi “oggi siamo tutte delle Artemide eternamente in corsa; simili a tante Atena artigliamo lo smart phone come se fosse una lancia, spinte come siamo a competere professionalmente con i maschi”.
E allora deponete un attimo arco e frecce, elmo, lancia e corazza, e trovate il coraggio di penetrare in quella parte di voi che rifiutate di frequentare. Invocate l’ausilio di Persefone ed addentratevi nel regno di Ade, là dove è relegata la vostra Ombra.
Proprio lì troverete una mogliettina gelosa e possessiva, una fidanzata ansiosa di sistemarsi, una donna ambiziosa che preferisce puntare su un marito vincente piuttosto che scendere in gara personalmente per realizzare i propri sogni.                                                                                                        Vi avverto, non sarà piacevole scoprire che alcune di loro hanno il vostro volto o il volto delle donne della vostra famiglia.
Insomma per noi questo viaggio all’interno della nostra Ombra, non è esattamente ricreativo, ma potrebbe rivelarsi molto, molto istruttivo.

Quando infine, sulle orme della leggiadra figlia di Demetra torneremo alla luce, avremo incrementato l’immagine di noi stesse, imparando a perdonare le nostre insicurezze e meschinità e chissà, che questo non ci renda anche un po’ più indulgenti con le altre donne con cui ogni giorno ci troviamo a condividere difficoltà ed affanni.

Marisa Raggio

I Fiori e le Dee

La Rosa e il Giglio: Rosa Parks e Mariposa Lily

La Rosa e il Giglio: Rosa Parks e Mariposa Lily

Solo 64 anni fa, il primo dicembre del1955  in Alabama, Rosa Parks, una donna afroamericana, trovò il coraggio di dire un “no” che ebbe valore non solo per lei sua dignità, ma per quella di tutte le persone oppresse, discriminate, umiliate.

Da floriterapeuta, tendo a percepire le essenze floreali come simboli di atteggiamenti mentali, istinti ed emozioni.
Oggi pensando a questa donna, che per me ha sempre rappresentato un grande modello, non posso evitare di collegare il suo gesto eroico ad una essenza floreale che amo particolarmente:
Splendida Mariposa Lily (calochortus-splendens).
Si tratta di una bellissima liliacea, dunque una pianta dotata di un bulbo che contiene in sé tutto ciò che serve a farla crescere e fiorire, esattamente come avviene nell’uovo e nell’utero.
Mi è spesso capitato di sottolineare la geniale intuizione di Patricia Kaminski, che ha collegato alcuni gigli ad aspetti chiave del principio femminile.
Per le tematiche legate alla maternità biologica ed al rapporto madre-figli, Patricia propone il candido giglio farfalla: Mariposa Lily.
Splendid Mariposa Lily tuttavia, pur simile nella sua variante rosa magenta, per me è speciale, ha qualcosa in più, in quanto va oltre alle difficoltà emozionali collegate all’ inconscio personale.
Questa particolare liliacea rappresenta un simbolo connesso a quello che C.G. Jung ha definito Inconscio Collettivo: quindi un concetto materno ben più ampio, che trascende il principio biologico della maternità.

 

Che cosa ci insegna l’essenza floreale ricavata da Splendid Mariposa Lily:
“ability to activate transcendent forces of mothering and mercy for all of the human family” (FES, Flower Essence Society)
Ovvero, risveglia in noi le energie materne superiori e la misericordia per tutta la famiglia umana e, aggiungerei,  per ogni forma di vita. Siamo allora davanti ad un materno globale che non esclude nulla e nessuno, ma anzi include.

Ma torniamo a Rosa Parks, la quarantenne mai  “benedetta dall’arrivo di un figlio”, così allora si diceva e oggi, ahimè, si tende ancora a pensare. La sua ribellione, alla luce degli eventi che seguirono, ha significato un notevole passo avanti nella lotta per i diritti degli afroamericani, dei diritti umani in generale e, come non è stato ancora sufficientemente sottolineato, per i diritti delle donne.
Quel gesto forte: il rifiuto di cedere il posto in autobus ad un “bianco”, probabilmente scaturiva dalla insostenibilità della discriminazione razziale a cui era ogni giorno sottoposta, ma alla fine ha trasceso il contesto storico e sociale in cui è stato compiuto, diventando un gesto di amore e riscatto universale.
E dunque Rosa, con il suo bel nome fiorito, oggi rappresenta una figura che da sempre considero con affetto e ammirazione come una della nostre grandi madri. Sì, una Splendid Mariposa, una Grande Madre, proprio lei che biologicamente, madre non è mai stata.
Marisa Raggio
I Fiori e le Dee

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