principio femminile Archives - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

Le Amazzoni: Ippolita e le altre

Le Amazzoni: Ippolita e le altre

Non ricordo la prima volta che incontrai le amazzoni: forse in un libro o un racconto di mia nonna che per farmi stare “zitta un momentino” mi raccontava cose come i Promessi Sposi e la Mitologia Greca.

Dunque le amazzoni da sempre sono state un topos, un luogo di fascino nella mia immaginazione.

Chissà quando ho saputo quella storia del seno tagliato, non è certo cosa da raccontare a una bambina, probabilmente l’ho trovato sulla mitica enciclopedia Motta, unico conforto nei lunghi pomeriggi casalinghi della mia infanzia.

Ero una bambina che non giocava con le bambole, chiedevo in regalo solo pistole, fumetti e libri: una ossessione. La televisione mi forniva ben pochi modelli, sparute figurine di donne detective, fra il comico e il fatale.

Allora, sebbene leggessi senza troppo entusiasmo “Nembo Kid” (l’italianizzazione di Supermen), non ho mai avuto fra le mani un fumetto di Wonder Woman, ma sono sicura, l’avrei apprezzata molto.

La super eroina era nata nel 1941 dalla fantasia di due uomini: lo psicologo, W. Moulton Marston, e il disegnatore Harry G. Peter*. Marston, sostenitore insieme alla moglie del movimento femminista, volle creare un personaggio che fosse di stimolo alle donne e sostegno alla loro lotta per l’emancipazione.

I suoi creatori le regalarono una notevole genealogia, sua madre è addirittura Ippolita, la regina delle Amazzoni, e la ragazza dalla mamma sembra avere ereditato diverse doti: lei dunque non è  solo una super eroina o una semidea, lei è la Super Dea!

In Italia Wonder Woman, guerriera tosta e sexi, non ebbe la diffusione di altri suoi colleghi maschi. Negli Usa, tuttavia il successo fu enorme e dalla carta stampata presto fu promossa alla televisione e al cinema. Il personaggio nei decenni attrasse aspre critiche da conservatori e puritani, che paradossalmente contribuirono così alla sua grande popolarità: le Amazzoni erano tornate!

Intanto le femministe stavano diventando una presenza sempre più corposa: temute, vilipese e tuttavia tenute in grande considerazione da un certo mondo intellettuale, cominciavano a incidere nella società e trasformare i comportamenti femminili e non solo. Chissà, magari W.M.Marston con la sua moderna amazzone aveva davvero dato un contributo alla causa.

Tornando alle amazzoni della mitologia greca e alla fascinazione che esercitavano su di me, se provo a guardarmi indietro, la cosa che allora mi aveva maggiormente colpito era stata la MENOMAZIONE.

Questa storia che l’amputazione del seno fosse il prezzo da pagare per diventare una donna tosta, be’…mi spaventava quando ero piccola e devo ammettere non mi è ancora andata giù.Mi chiedevo preoccupata: prima o poi avrei dovuto scegliere?

Adesso so che quelle non erano solo buffe paure infantili, quanto piuttosto una sorta di premonizione. Per tutta la mia età adulta ho avuto, più o meno consapevolmente, come sottotraccia, percezione di questa scissione e oggi, ancora oggi con le donne, continuo a lavorare sulla sua  RICOMPOSIZIONE.

Anche per questo trovo geniale la psicologia del profondo declinata al femminile, quando spiega che ognuna di noi è fatta di tante parti e l’obiettivo non può essere quello di ignorare quelle arbitrariamente giudicate “scomode o sbagliate”, quanto riuscire ad accordarle fra loro in una sorta di composizione “sinfonica”.

Questo, sommariamente, rappresenta un piccolo esempio di come la semplice rievocazione di un Mito, forse fino a pochi anni fa neanche tra i più approfonditi e tuttavia ben presente nell’immaginario collettivo, continui a contribuire ad una profonda riflessione su me stessa, una riflessione che mi sta restituendo parti che mi sono sempre appartenute, ma non frequentavo, indicandomi  un compito a casa: continuare a cercarne di nuove e ricomporle, non poca cosa: il lavoro di tutta una vita.

Marisa Raggio

Note

*  “All’inizio degli anni quaranta la casa editrice National (poi DC Comics), incaricò lo psicologo William Moulton Marston di analizzare la propria produzione di fumetti al fine di proporre dei suggerimenti per il suo miglioramento. Marston fece notare che nelle storie prodotte mancavano protagonisti femminili e, insieme al disegnatore Harry G.Peters, crearono il personaggio di Wonder Woman nel dicembre 1941. da Wikipedia

IL LABIRINTO DELLE 7 DEE: I NOSTRI INCONTRI

IL LABIRINTO DELLE 7 DEE: I NOSTRI INCONTRI

A seguito della crescente partecipazione agli incontri “Dea contro Dea” e “ La donna ferita ed abbandonata nel Mito: Arianna Ifigenia e Calipso”, abbiamo deciso di proporvi un’altra trilogia di incontri su piattaforma Google Meet, dal titolo:
“La Donna ferita e indomita nel Mito: Ippolita e le Amazzoni, Circe e Medusa”
Con queste tre protagoniste, torneremo ad immergerci nel potere evocativo della narrazione dei miti classici e, attraverso la condivisione di esperienze personali, a scoprire nuove sfaccettature del Principio Femminile.
Segnatevi le date dei prossimi incontri, che saranno sempre di martedì:
1 febbraio – ore 21:00
Ippolita e le Amazzoni: il coraggio temerario del Femminile
1 marzo – ore 21:00
Circe: la vendetta della maga
5 aprile – ore 21:00
Medusa: il dolore che “mostrifica”
Vi ricordiamo che gli incontri saranno condotti da Marisa Raggio, counselor, floriterapeuta e ricercatrice del Sacro Femminile.
La partecipazione è aperta a tutte/i ed è gratuita.
Non sono richieste conoscenze specifiche.
PER ISCRIVERSI
È necessario inviare una email a questo indirizzo:
alleradicidelsacrofemminile@gmail.com
Aranna tradita o traditrice?

Aranna tradita o traditrice?

In questa serie di incontri, le eroine di cui ci occupiamo non sono Emma Bovary, Anna Karenina o le altre grandi figure femminili della letteratura di cui possiamo le vicende in modo lineare, appassionandoci ad una protagonista che, pur sorprendendoci con colpi di scena, resta in qualche modo fedele al ritratto che ne fa lo scrittore.
Queste sono Figure che arrivano da molto lontano attraversando il secolare percorso della elaborazione mitica. Di loro quindi non possiamo aspettarci una rappresentazione che segua un unico filo narrativo.
Il Mito non funziona così: qui le narrazioni della stessa storia sono molteplici, talvolta in contraddizione fra loro, sia nei tratti dei personaggi che assumono attributi diversi, anche in contraddizione fra loro, sia nella ambientazione geografica che talvolta varia notevolmente, lasciandoci disorientati.

Per la mia esperienza questo è vero soprattutto per la figura di Arianna.

I Miti che la riguardano sono tantissimi. In alcuni compare come comprimaria, collegata ad altre figure mitiche, offrendoci una Arianna diversa da quella che credevamo di conoscere.

Inseguendo Arianna posso davvero dire che ho rischiato di perdermi in un labirinto di vicende e significati che, sono convinta, non mi basterebbe un’altra vita per scovare e comprendere.

Tuttavia non è questa la strada che voglio percorrere: in questa mia ricerca i miti greci sono essenzialmente uno strumento per evocare qualcosa che è presente e sommerso in ognuno di noi.
Per questa ragione, fra le tante versioni, ogni volta scelgo di raccontarvi la storia che maggiormente ho sentito risuonare nel mio mondo emozionale, in quello delle mie clienti e in misura diversa in ogni donna che ho veramente “incontrato” sul mio cammino.

Dunque questa è la mia storia di Arianna: vi propongo di accantonare per un po’ la vostra parte logico analitica ed abbandonarvi all’ascolto, proprio come facevamo da piccole.
Se la narrazione evocherà qualche cosa la serberemo, il resto lasciamo che scivoli via.

Un nuovo ciclo di incontri dedicati al Principio Femminile

Spunti di riflessione e soprattutto momenti di ispirazioni riguardo alla nostra struttura emozionale, personale e collettiva. 

Per comprendere meglio come il Femminile  si è adattato alle vicende del mondo attraverso secoli, anzi millenni, nonostante il tentativi di svalutarlo e negarlo

DONNE E SEMPLIFICAZIONI

DONNE E SEMPLIFICAZIONI

Per le donne semplificazione in genere significa scegliere la strada che ci indica l’ordinamento patriarcale.
In diversa misura l’abbiamo fatto tutte prima o poi. Abbiamo ceduto e accettato quanto ci veniva indicato, l’abbiamo fatto per paura, per pigrizia o per timore di non essere più amate.
Io l’ho fatto spesso. Quando mi trovavo a scegliere una strada, troppe volte ho scelto quella in discesa, solo in apparenza la più comoda.
In realtà scegliere la semplificazione, ovvero percorrere sentieri troppo calpestati e comunemente approvati può rivelarsi durissimo, un percorso irto di difficoltà e che ci conduce a rinunciare ai nostri progetti, perdendo via via la fiducia in noi stesse.
Dunque per le donne spesso la semplificazione ha un costo altissimo.

D’altra parte, non mentiamoci, scegliere vie alternative, poco note e scarsamente approvate ha un spesso un costo altrettanto alto.
Imboccare strade nuove o talvolta così antiche da essere state dimenticate da tanto, tanto tempo, ci proietta in una esistenza in cui grandi gratificazioni si alternano ad altrettanto grandi frustrazioni.
Sei sei una donna, qualsiasi strada sceglierai sarà sempre e comunque complicata, costellata di trappole, pericoli e meravigliose scoperte.
Nella mia esperienza quello che ho imparato a temere non è la scelta del percorso, ma piuttosto il procedere ad occhi chiusi, senza vedere dove metto i piedi e senza capire in che direzione sto andando.
Marisa Raggio

Artemide o Era? Non siamo costrette a scegliere.

Artemide o Era? Non siamo costrette a scegliere.

Ragazze, lo so che la maggior parte di voi si vede come una novella Artemide o vorrebbe essere così. Tutte noi la ammiriamo!

Quale rappresentazione archetipica incarna meglio il modello sbandierato dai media, se non “Artemide la Coraggiosa”?
Molti dei suoi attributi ci affascinano: le belle e lunghe gambe scattanti, la foresta, la luna, le ninfe fedeli…
Persino un fratello bello come il Sole, Apollo, da utilizzare come complice in caso di necessità..e poi via, ognuno per la propria strada…
Che bella storia! Il web pullula di immagini accattivanti di Artemide, ritratta come una sorta di super-eroina, poco vestita e palestrata!

Sogniamo pure, ma, come sempre, una lettura superficiale del mito può portare fuori strada.
Millenni di società patriarcale hanno innestato nel profondo di noi un altro modello, oggi meno prestigioso, ma molto più reale e diffuso fra tutte le donne: Era, la moglie.
Questa incarnazione archetipica, in realtà poco amata dalle donne del XXI° secolo, di fatto è molto presente in ognuna di noi, e proprio perché rinnegata, tende a fare danni, fino a quando non riusciremo ad accettarla ed integrarla.

Non facciamoci illusioni, Il sogno del Principe Azzurro è più forte di qualsiasi altro mito e profondamente incistato nel nostro inconscio. Inutile rifiutarlo e negarlo, impariamo a guardarlo, onestamente riconosciamo quanta Era è in noi e proviamo ad onorarla adeguatamente. Ci potrà essere utile…
Facciamo finalmente sì che le due dee, Artemide ed Era, non più avversarie, si abbraccino… almeno nella nostra psiche.

Marisa Raggio

I WORKSHOP DEL LABIRINTO DELLE 7 DEE

I WORKSHOP DEL LABIRINTO DELLE 7 DEE

I miti greci rappresentano efficacemente aspetti psichici comuni a tutta l’umanità.
Il principio femminile presente in ognuno di noi, sia donna che uomo, è una parte fondamentale  delle nostre dinamiche emozionali e logico-razionali, quindi le influenza potentemente, spesso senza che noi ce ne rendiamo conto.
Emozioni, rimuginìi inconfessabili, comportamenti impulsivi, che spesso ci confondono creandoci imbarazzo e sofferenza, sono mirabilmente espressi nelle figure mitologiche del pantheon greco-romano. Riuscire ad oggettivarli e comprenderli ci regala una maggiore consapevolezza di noi stessi e di “come funzioniamo”.
Capire “come funzioniamo” ci permette anche di trasformare i meccanismi che ci angustiano ed agiscono nella nostra quotidianità, complicandola ed appesantendola.
Il principio femminile, che da millenni la società patriarcale ha scelto di svalutare, sopravvive in noi  come una forza interiore, troppo spesso non adeguatamente onorata e riconosciuta, quindi inevitabilmente sotto- utilizzata.  Tale principio lo percepiamo ancora vitale ed attivo  nella antica narrazione delle dee dell’Olimpo greco e nei miti ad esse collegati.

WORKSHOP INTRODUTTIVO
Durante il workshop introduttivo incontriamo e studiamo a fondo queste figure mitologiche, le loro caratteristiche e le affascinanti storie di cui sono protagoniste, cercando di ascoltare come tutto ciò risuoni in noi. Inoltre collochiamo in un quadro storico e sociale il percorso attraverso il quale l’Archetipo Femminile è sopravvissuto, osservando attentamente come è giunto, più o meno camuffato, ma intatto, fino a noi. Nella condivisione emergeranno temi personali irrisolti o nascosti che collegheremo ad alcune essenze floreali di Bach e del sistema californiano, permettendoci di affrontarle iniziando ad armonizzarle.

AGIRE LA DEA
Nei successivi due laboratori di approfondimento, fatta “amicizia” con le  principali dee della mitologia classica, si tratterà di percepirle sempre più intimamente, relazionandoci con le parti di noi che esse rappresentano.Questo viene definito: “AGIRE LA DEA”.
Attraverso diverse tecniche che variano a seconda dei gruppi di lavoro e delle persone, ogni partecipante metterà in scena, con i mezzi che preferisce (o anche solo con il silenzio) una propria rappresentazione di quelle dee le cui caratteristiche maggiormente riconosce in se stesso. Tale azione, che conduce ad una maggiore consapevolezza delle proprie dinamiche emotive e relazionali, offre l’opportunità per svelare aspetti di noi che non volevamo vedere, trasformando così comportamenti  reiterati che ci fanno male.
Il laboratorio si articola in due distinte giornate, in cui si lavorerà su due distinti gruppi di dee che presentano polarità particolarmente interessanti:
Primo incontro: Artemide/Era e Atena/Afrodite
Secondo incontro: Demetra/Persefone ed Estia
Marisa Raggio

WORKSHOP INTRODUTTIVO                                                                                                                                                                                                                            Domenica 20 maggio ore 9:30 / 18

AGIRE LA DEA (Prima Parte)
Sabato 24 marzo
ore 9:30 / 18

AGIRE LA DEA (Seconda Parte)
Domenica 18 novembre
ore 9:30 / 18

Presso presso la sede di
Lighthouse CromoRañj R. Ravizza
Via Eupili, 10, 20145 Milano

Tra gli Etruschi sulle tracce della Dea

Tra gli Etruschi sulle tracce della Dea

Questo titolo rappresenta è un po’ il succo della breve spedizione che mi ha condotto in territorio etrusco.                                                                                                                   

Già, perché gli Etruschi sono diventati per me, da un po’ di tempo, una sorta di “fissazione”.
Mi sono così ritrovata ad “unire i puntini” fra il pensiero d Marija Gimbutas, la lettura delle commedie di Plauto, commediografo della antica Roma, e alcuni fra i più noti miti ellenistici.
Secondo Marija Gimbutas (qui semplifico per motivi di spazio), nella Europa neolitica, esisteva una società agricola, sostanzialmente egualitaria, focalizzata sul culto della Dea, dove le donne occupavano posizioni di pari dignità rispetto agli uomini. Nell’arco di tremila anni, le ripetute invasioni indoeuropee ne cancellarono le tracce , imponendo un modello androcentrico che sostituì la Dea con il culto di divinità maschili guerriere, creando una società fortemente gerarchizzata in cui la donna era considerata “inferiore”, proprietà dell’uomo e relegata al ruolo di serva, fattrice e oggetto sessuale. Da allora le cose non sono molto migliorate.
Mi piace però pensare che attraverso i millenni, la Dea  cacciata dalla porta, abbia sempre trovato il modo di rientrare dalla finestra, sotto molteplici camuffamenti.
L’arte e i miti, se valutati attentamente, ci segnalano tracce della sopravvivenza del suo culto e di conseguenza sporadiche realtà che fanno pensare ad una maggiore considerazione della donna.

Studiando Plauto nei tempi ahimè remoti dell’università, mi aveva colpito che fra le tante “grasse“ battute che infarcivano le sue commedie si facesse più volte riferimento alle donne etrusche come femmine lascive, ben lontane al modello della pudica e sottomessa matrona romana.
Poi negli anni si sono aggiunte tessere al puzzle.
Le origini del popolo etrusco rappresentano uno dei misteri più intriganti della archeologia italiana. Oggi si tende prevalentemente a pensare che si tratti di una popolazione autoctona, sicuramente non di origine indoeuropea. Dunque potrebbe rappresentare una sacca di resistenza, sopravvissuta come un fossile vivente, della antica società pre-patriarcale, in cui la condizione di uomini e donne era sostanzialmente alla pari.
Le testimonianze degli storici romani, sempre pronti a denigrare la libertà delle donne etrusche, e i numerosi affreschi policromi presenti nelle necropoli, sembrano confermarlo. Per greci e latini, una società che riconosceva l’autonomia e la dignità della donna, nonché il suo diritto al piacere e all’erotismo, che non temeva di rappresentare coppie di maschi che banchettavano come coniugi e donne che si davano piacere a vicenda, rappresentava una “mostruosità”.
Ciò però non ha impedito ai romani di assorbire molti elementi della cultura etrusca, fra cui l’Arte della divinazione, che, praticatata da Auguri e Aruspici era infatti chiamata  arte etrusca. Nei secoli successivi, denigrata, svilita, ma mai estinta, la divinazione, sotto diverse forme, è in gran parte retaggio femminile e talvolta di  maschi dai caratteri “effeminati”.

Non pretendo di  entrare in valutazioni archeologiche,   la mia ricerca nasce solo dal mio appassionato desiderio di ritrovare segni della sopravvivenza del culto della Dea e condividere con voi, che evidentemente avete il mio stesso interesse, una serie di riflessioni che ci riportano all’obiettivo di questa ricerca : riconoscere la sacralità del principio femminile presente in ogni donna e in ogni uomo.
Per ora siamo appena partite, lasciandoci sedurre da questi affreschi vivaci, fantasiosi e spesso sorprendentemente “scandalosi” per la mentalità corrente. La ricerca continua…. seguiamo le orme che la Dea ha lasciato nel suo passaggio attraverso i millenni….

Marisa Raggio

 

La Dea in Inverno non dorme

La Dea in Inverno non dorme

L’inverno nelle società contadine era un periodo duro, ma anche di forzato riposo, di lunghe notti al riparo e scarse ore di luce. Al nord dell’Europa si viveva al buio totale per lunghissimi periodi. Le persone vivevano a stretto contatto fra loro, in una realtà sospesa, in attesa che la stagione più crudele passasse e la natura riprendesse vita.
In questo contesto, la dimensione sottile, spirituale o, come ancora dicono in molti erroneamente, le “superstizioni”, diventavano un importante momento di supporto per la psiche.
La potenza della Dea, signora della vita e della morte, tornava come consolatrice e protettrice dalle minacce di una natura ostile e pericolosa. Il suo culto antichissimo, sopravvissuto non nei secoli, ma nei millenni, era rappresentato nel mondo contadino dalle narrazioni di queste “Signore dell’Inverno” che, nonostante, le diversità geografiche e la varietà di caratteri esteriori, non ci stancheremo mai di ripeterlo, sono tutte manifestazioni dell’Archetipo originario: la Dea Madre.

Auguri a tutte/i noi per un luminoso giorno di Santa Lucia!

maria raggio

 

Il Labirinto delle 7 Dee – un workshop di Marisa Raggio

Il Labirinto delle 7 Dee – un workshop di Marisa Raggio

DOMENICA 26 NOVEMBRE
Dalle ore 9,30 alle ore 18

Dove:
Lighthouse CromoRanji R:Ravizza
Via Eupili 10, 20145 Milano

❤️ IL PROGRAMMA IN SINTESI
La giornata inizierà con un excursus di tipo logico-cognitivo per inquadrare l’Archetipo Femminile attraverso i secoli, partendo dalle divinità femminili più note del Pantheon greco-romano e prendendo in considerazione alcuni dei miti più significativi ad esse collegati.
Attraverso la narrazione e le immagini, sarà così possibile addentrarsi profondamente in questa materia affascinante, individuando gli elementi simbolici che dall’antichità continuano ad avere un forte significato evocativo ed attuale in tutte noi.
Al termine di questa panoramica le partecipanti saranno in grado sperimentare nel proprio personale mondo emotivo le valenze simboliche che maggiormente risuonano. 
Questo significa “AGIRE LA DEA” ovvero comprendere quale principio archetipico domina in noi e quale invece è più sacrificato.
Il pomeriggio sarà dedicato alla condivisione delle esperienze personali di ciascuna partecipante, in un clima di fiducia e gioia, facilitata dalla energia e solidarietà del gruppo, dall’utilizzo di Essenze Floreali californiane legate alle piante con il bulbo e dall’ esperienza ultra-ventennale di insegnamento di conduzione di gruppi di Marisa Raggio.
Sarà inoltre previsto un momento di veloce riepilogo di tutti gli archetipi attraverso l’uso degli olii essenziali, secondo una ricerca di Susanna Lupoli, naturopata, floriterapeuta ed allieva di Marisa Raggio.
Prima di salutarci, a ciascuna partecipante verrà consegnata una boccetta contenente uno dei fiori californiani più in sintonia con la Dea tiranna o sacrificata, a seconda delle esigenze emerse nell’arco della giornata, affinché il lavoro iniziato insieme possa continuare individualmente nei giorni seguenti il workshop.

 

 

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