Amore Archives - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

Per guarire un cuore infranto. Malati d’Amore o Amori malati?

Per guarire un cuore infranto. Malati d’Amore o Amori malati?

Malati d’Amore o Amori Malati? Una sfida difficile per il floriterapeuta I fiori ci offrono un aiuto fondamentale per lenire il dolore causato da un abbandono o la fine di una relazione, per uscire a testa alta da un legame malato, per imparare a riappropiarci della nostra dignità. Due giornate alla scoperta delle essenze floreali più adatte ad affrontare le ferite del cuore.

Perché è così difficile guarire dal “mal d’amore”? Forse perché per farlo bisogna CAMBIARE, riadattare i nostri schemi mentali, creare nuovi sogni, nuovi progetti, mettendo in discussione quelli vecchi.

Riprendersi i contenuti che abbiamo proiettato sull’oggetto del nostro amore è sempre e comunque un momento doloroso, paragonabile ad un lutto.

E’ possibile, seguendo un percorso di counseling che utilizza come strumento chiave I Fiori di Bach ed altri repertori di essenze floreali, imparare a lasciare andare e procedere oltre dopo una delusione d’amore.

Per alcune/alcuni di noi all’inizio sembra impossibile, il colpo ricevuto è tale che si resta immobili, bloccati in un dolore che ci appare insuperabile. Eppure come dicono le canzoni : “Non si muore per amore”, anzi certe volte si impara finalmente a a vivere nel miglior modo possibile.                                                                                                 Marisa Raggio

25-26 Gennaio 2020                                                                                                                                                                                                                                                                  Seminario di approfondimento e aggiornamento, tenuto da Marisa Raggio, counselor, floriterapeuta.

Rivolto  ai diplomati della scuola dell’Unione di Floriterapia e ai professionisti con formazione equivalente.

Organizzato dalla Unione di Floriterapia presso:  Il Ginkgo – la Valle del Tao Viale Stefini 7, 20125 Milano

 

 

 

Di cosa parliamo quando parliamo d’Amore (*)

Di cosa parliamo quando parliamo d’Amore (*)

L’esperienza dell’Amore, intesa come relazione affettiva e sessuale, quando è sana NUTRE la CREATIVITÀ delle parti coinvolte.
Non prosciuga, non distrae e confonde, non costruisce gabbie che imprigionano l’essere amato, né spinge alla omologazione delle parti coinvolte, anzi, ne valorizza la diversità e i talenti.

La persona di cui ci innamoriamo non si è trovata sul nostro cammino per personificare le nostre proiezioni: quando la relazione funziona, l’altro ci aiuta piuttosto a superarle, ad andare oltre agli schemi ereditati o costruiti reagendo alle esperienze dolorose.(**)

Dall’altra parte la gabbia che costruiamo con il partner e che ci appare comoda, dorata, rassicurante, dopo un periodo più o meno lungo di cattività diventerà la fonte della nostra patologia:
“ Ma io non ero così, prima di sposarmi! Ero coraggiosa e autonoma, oggi ho paura di tutto e dipendo da mio marito o dai miei figli per ogni piccolo trasferimento, l’ansia mi divora.”

Ci sono parti di noi che scegliamo di sotterrare perché ci sembrano pericolose, ci spingono alla sperimentazione, alla trasformazione e quindi sono percepite come sovversive e causa di instabilità.

La relazione amorosa vissuta come uno scoglio solido a cui aggrapparci, unica fonte di sicurezza, ha un prezzo: la rinuncia,
a quelle parti di noi che rischiano di essere d’ingombro o addirittura letali per la relazione così impostata.
Per quanto ogni rinuncia a parti di noi non possa essere mai considerata indolore, è un prezzo che si può scegliere di pagare.

In questo caso però è importante che l’intero processo, incluse quelle parti rigettate, non venga semplicemente rimosso e relegato nell’Ombra, proprio per evitare che esse si “vendichino”, ritornando alla luce sotto forma di sintomo psichico e/o fisico.
Marisa Raggio
I Fiori e le Dee

(*) Raymond Carver, Di cosa parliamo quando parliamo d’Amore, Feltrinelli editore

(**) “Nel proiettare diamo via un’energia o un potere che in realtà appartiene al nostro tesoro”.
R. Bly, Il piccolo libro dell’Ombra, editore Red.

Il Solstizio d’Inverno

Il Solstizio d’Inverno

Ci siamo arrivati: il Solstizio d’Inverno porta l’oscurità, le notti più lunghe dell’anno.
“Il Sole, nel suo moto apparente, raggiunge il punto più basso del percorso sotto l’equatore celeste e delinea l’arco diurno più corto tra il Sud-Est e il Sud-Ovest, segnando così l’inizio della stagione invernale astronomica nell’emisfero boreale.”
Da sempre, a differenza degli animali, abbiamo avuto timore delle tenebre e la scoperta del fuoco ha significato l’inizio della consapevolezza del nostro essere “Umani”.
La cronaca ci riporta fatti che inducono a pensare che proprio noi, esseri umani, ci stiamo perdendo, affondando ed annichilendoci nel pantano di una cosiddetta “civilizzazione”, rivelandoci spesso stupidi e crudeli fra di noi e nei riguardi della stessa fonte della nostra esistenza, Madre Natura.
Il Solstizio d’Inverno, riconosciuto da sempre e da tutti i Popoli come un momento Sacro, ci offre l’opportunità, in questa fase di massima contrazione delle ore diurne, di raccoglierci all’interno della tana, all’interno di noi stessi, per affrontare un piccolo pezzo di quell’enorme lavoro rappresentato dall’incontro con la nostra Ombra, a condizione che gli esseri umani siano ancora in grado di entrare in sintonia con ritmi della Natura.
La polarità luce- tenebre, sole- ombra, interno-esterno, in questi giorni speciali ci incoraggia, ognuno per la sua piccola parte, a tenere accesa una fiammella, la luce della nostra “umanità”, quella stessa Luce che qualcuno chiama Amore, affinché le tenebre perdano la loro valenza minacciosa e finalmente armonizzate con il loro opposto ci offrano la speranza di una magnifica Rinascita.

Archivio Articoli