"Patricia Kaminski e la sua Dea" - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

“Patricia Kaminski e la sua Dea”

“Patricia Kaminski e la sua Dea”

Tra me ed alcune colleghe è nato un gioco: “Indovina la Dea”, deriva giocosa di quella ricerca a cui da anni dedico molte energie di “testa” e di “cuore”: “I Fiori e le Dee”.

In occasione dell’attesissimo incontro con la coppia Kats e Kaminski il prossimo settembre a Chiesa in Valmalenco, mi è stato chiesto di sottoporre a questo gioco anche la carismatica Patricia Kaminski.

Permettetemi una piccola premessa: l’archetipo femminile presente in ogni donna e nell’Anima (intesa in senso junghiano) di ogni uomo, non è monolitico, ma piuttosto costituito da una molteplicità di aspetti così efficacemente simboleggiati dalle divinità femminile della mitologia ellenica.

Proprio in questa molteplicità sta quel mistero dell’Eterno Femminino, ricchezza e forza di ogni donna, che nei millenni gli artisti hanno inutilmente tentato di svelare.

Il disagio si manifesta quando uno di questi aspetti prende il sopravvento, potremmo anche dire che in questo caso la donna finisce per sottomettersi alla tirannia di una particolare dea e trascurane altre, scivolando così verso emozioni e comportamenti disarmonici.

Questo, ovviamente, non è il caso di Patricia: chi l’ha incontrata può confermare l’aura di freschezza e armonia che la circonda. In lei, a mio avviso, ogni aspetto del femminile, dunque ogni dea, è adeguatamente onorata.

Piuttosto siamo noi che tendiamo a vedere in lei solo alcuni aspetti della sua femminilità, guarda caso proprio quegli aspetti che abbiamo in eccesso o in carenza. Questo confronto può allora rappresentare di per sé un momento terapeutico, un’occasione in più per approfondire la conoscenza di noi stessi.

Seguendo le lezioni di Patricia Kaminski, in molte abbiamo sperimentato emozioni positive di appagamento, assenza di ansia e, se non soluzione, per lo meno sospensione dei conflitti interiori.

Da quando la incontrai nel lontano 1998 e poi nel 2001 a Barcellona, in lei scorgo l’incarnazione archetipica della dea duplice Kore/Persefone, che il dio Ade rapisce alla madre Demetra per farne la sua sposa e la signora degli Inferi.

In Patricia,di Kore, la “fanciulla”, ritrovo la grazia con cui porge le sue vaste conoscenze senza mai cadere nel rischio di una eccessiva intellettualizzazione. Eterna ragazza, anno dopo anno, il tempo sembra passarle accanto con clemenza, permettendole di indossare con garbo ed eleganza le sue lunghe gonne ricamate di fiori. La risata è sempre pronta a risuonare nella sala, mentre lo sguardo vivacissimo si aggira sugli astanti con divertita curiosità e spontanea partecipazione.

Patricia, d’altra parte, non rappresenta solo la leggiadra ed indifesa Kore, durante i suoi seminari incarna con autorevolezza anche l’altro aspetto della figlia di Demetra, quello di Persefone, “la regina degli Inferi”, colei che reggendo la fiaccola ci guida e rassicura nel periglioso viaggio all’interno di noi stessi. Lei conosce la strada per averla percorsa molte volte e ora può offrirsi come nostro mentore.
Proprio come fa Black Eyed Susan, l’essenza floreale californiana scoperta dalla Kaminski e da suo marito Richard, un rimedio che dona luce e consapevolezza, aiutandoci ad affrontare gli aspetti ombra della nostra personalità.

Concludo con un arrivederci a settembre, al seminario. Lì, magari gustando un piatto di pizzoccheri, ci potremo raccontare quale dea abbiamo individuato nella nostra affascinante relatrice, nella compagna di stanza e dunque in noi stesse.
Per chi non potrà partecipare, prometto che in seguito sarà possibile creare dei momenti d’incontro in cui condividere l’esperienza di Chiesa in Valmalenco, come già era avvenuto dopo i seminari precedenti.

 

Written by Marisa

Floriterapeuta e Counselor, Docente presso l'Unione di Floriterapia, Milano.
Website: http://www.ilcantodiestia.it


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