Fiori Californiani Archives - Pagina 2 di 3 - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

SEMINARIO RESIDENZIALE “INTO THE WILD”

SEMINARIO RESIDENZIALE “INTO THE WILD”

Nella prima edizione del seminario “INTO THE WILD” del 2015, abbiamo scoperto e “agito” tre rappresentazioni archetipiche del principio femminile, tratte dalla mitologia classica: Demetra, Persefone, ed Estia.

Nell’edizione dello scorso anno 2016, è stato il turno di Era ed Artemide.

Quest’anno concludiamo il ciclo delle 7 Dee con Afrodite ed Atena, le eterne rivali.
Rappresentate come le antagoniste per eccellenza nella mitologia greca e nei versi di Omero.
Appaiono come Rappresentazioni Archetipiche in opposizione.
Simboleggiano l’eterno conflitto fra corpo e mente, istinto e pensiero, creatività e programmazione.
Come sempre, il lavoro per integrare gli opposti diventa una bella opportunità per scoprire parti inesplorate di noi.

Afrodite-Venere è in assoluto la divinità femminile “pagana” più citata nella cultura occidentale moderna e contemporanea.
Ogni statuetta, con sembianze femminili, rinvenuta in siti archeologici, è stata genericamente chiamata Venere.
 In latino, la parola Venere è utilizzata come sinonimo di bellezza, di qui il verbo “venerare”: fare oggetto di devozione; il termine è anche collegato al concetto di atto amoroso fisico, sessuale. Non a caso, in modo poco lusinghiero per la dea, le malattie che si contraggono attraverso la trasmissione sessuale sono dette “veneree”.
 Eppure ai miei occhi questo principio femminile o rappresentazione archetipica, appare come una delle più complesse del pantheon greco-romano.
 C’è una vasta letteratura che affronta l’argomento, ma a mio avviso, senza fare completamente chiarezza : Afrodite, “la più bella”, definita dalla geniale Jean S. Bolen (Le dee dentro la donna) come la dea alchemica, ha ancora molti aspetti che attendono di essere svelati.

Un lavoro utile può essere quello di confrontarla con la sua antitesi: la dea Atena-Minerva, rappresentazione archetipica di un principio femminile opposto, ma altrettanto indispensabile per il nostro equilibrio psichico.
Come sempre, le essenze floreali vengono i nostro aiuto guidandoci verso il riconoscimento degli aspetti dell’Archetipo di cui noi non abbiamo consapevolezza, amplificando la nostra intuizione e l’attività onirica.

Anche la letteratura offre la possibilità di esercitare il pensiero analogico, identificando nella narrazione situazioni e comportamenti riconducibili alla azione degli archetipi.
I temi antichissimi della mitologia classica si ripropongono sostanzialmente invariati, al di sotto del rivestimento dell’epoca storica che ospita le vicende narrate.
Nel lavoro di quest’anno faremo riferimento, oltre al mondo classico, anche ad un romanzo giustamente considerato la matrice della letteratura moderna: “Ragione e Sentimento” (Sense and Sensibility) di Jane Austen, un’opera di grande popolarità, abbondantemente riproposta da cinema e televisione. Narra di due sorelle governate da opposte tendenze archetipiche eppure unite e solidali nelle difficoltà della vita.

Marisa Raggio
I Fiori e le Dee

Il Labirinto delle 7 Dee

Il Labirinto delle 7 Dee

IL LABIRINTO DELLE 7 DEE

Un workshop di Marisa Raggio ©

Il workshop “IL LABIRINTO DELLE 7 DEE” si rivolge ad un pubblico femminile e si articola in una giornata esperienziale in cui provare ad osservarsi da una nuova prospettiva, per risvegliare energia vitale, creatività e pace, ritrovando e ricomponendo parti di noi nascoste o dimenticate.

Il lavoro proposto si pone come obiettivo il riconoscimento delle Dee che agiscono nella nostra psiche o meglio, nei nostri visceri, nel nostro cuore, nella nostra testa e non è affatto detto che in queste tre parti di noi, agisca la stessa Dea. Tutto ciò significa comprendere che esistono forze invisibili che plasmano la nostra condotta e il nostro mondo emozionale.

IL PROGRAMMA IN SINTESI

La giornata inizierà con un excursus di tipo logico-cognitivo per inquadrare l’Archetipo Femminile attraverso i secoli, partendo dalle divinità femminili più note del Pantheon greco-romano e prendendo in considerazione alcuni dei miti più significativi ad esse collegati.

Attraverso la narrazione e le immagini, sarà così possibile addentrarsi profondamente in questa materia affascinante, individuando gli elementi simbolici che dall’antichità continuano ad avere un forte significato evocativo ed attuale in tutte noi.

Al termine di questa panoramica le partecipanti saranno in grado sperimentare nel proprio personale mondo emotivo le valenze simboliche che maggiormente risuonano.

Questo significa “AGIRE LA DEA” ovvero comprendere quale principio archetipico domina in noi e quale invece è più sacrificato.

Il pomeriggio sarà dedicato alla condivisione delle esperienze personali di ciascuna partecipante, in un clima di fiducia e gioia, facilitata dalla energia e solidarietà del gruppo, dall’utilizzo di Essenze Floreali californiane legate alle piante con il bulbo e dall’ esperienza ultra-ventennale di insegnamento di conduzione di gruppi di Marisa Raggio.

Sarà inoltre previsto un momento di veloce riepilogo di tutti gli archetipi attraverso l’uso degli olii essenziali, secondo una ricerca effettuata da Susanna Lupoli, naturopata, floriterapeuta ed allieva di Marisa Raggio.

Prima di salutarci, a ciascuna partecipante verrà consegnata una boccetta contenente uno dei fiori californiani più in sintonia con la Dea tiranna o sacrificata, a seconda delle esigenze emerse nell’arco della giornata, affinché il lavoro iniziato insieme possa continuare individualmente nei giorni seguenti il workshop.


“In periodi particolarmente faticosi o dolorosi ci ritroviamo a pensare:
non mi riconosco più”.
Questo spesso avviene perché la situazione esterna è radicalmente mutata ed i nostri abituali schemi comportamentali diventano inadeguati.

E’ in quel momento che il nostro inconscio cerca di porre rimedio alla crisi attivando aspetti della nostra psiche che fino ad allora erano rimasti silenti.
Con un altro linguaggio possiamo dire che una dea dentro di noi, che fino a quel momento non era stata riconosciuta, si attiva, creando un certo scompiglio e dettandoci atteggiamenti ed emozioni che sorprendono noi stesse e possono creare sgomento fra chi ci sta intorno.
In questo caso noi non siamo diventate qualcun’altra, ma piuttosto stiamo esprimendo realmente noi stesse, sperimentando parti di noi che per svariare ragioni non avevamo mai voluto o potuto vedere.

Quando la donna diventa consapevole delle forze archetipiche che agiscono su di lei, ottiene il potere che questa conoscenza fornisce.
Le “Dee” sono la rappresentazione di tali forze, potenti e invisibili, che plasmano la nostra condotta ed influenzano le nostre emozioni.
Nella pratica tale conoscenza può chiarirci il mistero di certi comportamenti che avevano sorpreso prima di tutto noi stesse:

Ecco perché l’ho fatto!!!” .
Capire ci aiuta a superare il dolore e la vergogna per aver commesso errori, passi falsi che ancora ci bloccano in inutili e nocivi sensi di colpa.
E’ allora che si crea la bellissima e non facile possibilità di liberarci da quelle maschere dietro alle quali ci eravamo nascoste e che ci permettevano di vivere la nostra vita soltanto in minima parte.”


DOMENICA 19 FEBBRAIO 2017

Si è tenuto il primo workshop intitolato Il Labirinto delle 7 Dee a Milano con la partecipazione di 14 meravigliose donne.

Ecco alcuni dei loro commenti

 

Per ulteriori informazioni, consultate la pagina: https://www.facebook.com/labirinto7dee/

Black Eyed Susan

Black Eyed Susan

Questo mio contributo, tradotto e pubblicato dalla FES, Flower Essence Society, rappresenta un esempio di integrazione fra la Floriterapia ed il lavoro con gli Archetipi Femminili.

Per approfondimenti, eccovi il link:

http://www.flowersociety.org/raggio-interview.html

http://www.flowersociety.org/raggio-bes-case.html

Il 2 giugno ad Armonia relazione di Marisa Raggio sul tema del Femminile e i Fiori

Il 2 giugno ad Armonia relazione di Marisa Raggio sul tema del Femminile e i Fiori

Titolo della relazione:
Mariposa Lily e Splendid Mariposa Lily, dal materno biologico al materno cosmico.
Due essenze floreali Californiane accompagnano la Donna attraverso la menopausa verso l’archetipo della Anziana Saggia”.

Al castello di Belgioioso (Pavia), lunedì due giugno alle ore 15.

 

L’Elemento Acqua, seconda parte

L’Elemento Acqua, seconda parte

Per noi che utilizziamo e studiamo le Essenze Floreali, diventa inevitabile collegare il sacro Uovo-Utero ai bulbi delle piante.

E’ interessante notare come le liliacee e altre bulbose nel sistema floreale californiano FES siano indicate per riequilibrare tematiche collegate a problemi femminili, fra tutte mi limito a ricordare Mariposa Lily, Alpine Lily, Easter lily e Tiger Lily.

 

L’Elemento Acqua, seconda parte 1

Un discorso a parte merita la nostra amata Star of Bethlehem, che possiede già nella struttura geometrica della sua corolla un richiamo alla connessione Terra –Cielo** che si può leggere come un simbolo di Rinascita. Questa essenza floreale è nostra alleata per superare traumi grandi e piccoli. Continue Reading

L’Elemento Acqua: qualche riflessione

L’Elemento Acqua: qualche riflessione

Il collegamento fra Acqua e Archetipo Femminile apparirà a molte di voi immediato e intuitivo. Proviamo un momento a pensarci: la donna secerne molti più liquidi del maschio: latte, sangue mestruale, liquido amniotico; alle donne è culturalmente permesso “versare” lacrime, una fanciulla in lacrime è socialmente accettabile, un giovane uomo che piange crea imbarazzo negli altri e spesso è costretto a vergognarsene.

Le donne tendono a trattenere i liquidi più degli uomini, “non è che mangio tanto” si giustifica la signora a cui viene consigliato di perdere peso,” trattengo i liquidi..” ed infatti nei giorni precedenti al ciclo mestruale in molte abbiamo notato un aumento di peso che tende a sparire quando termina il flusso.

Fra i tanti simboli che collegano l’elemento acqua e il Femminile troviamo l’Uovo, utero contenitore di liquidi e vita, che dall’antichità accompagna le rappresentazioni del divino femminile un po’ in tutte le culture.

Celebre è la cosiddetta “Madonna dell’uovo” o Pala di Montefeltre” di Piero della Francesca. Osservando il capolavoro vediamo che la Vergine Maria con il Bambino in grembo è posta sotto una cupola a forma di conchiglia, al centro della quale è appeso un grande uovo. Anche la conchiglia come il ciondolo di corallo appeso al collo di Gesù sono immagini legate al mare e all’elemento acquatico. Nella iconografia cristiana ricorre spesso l’Uovo accostato alla Vergine e al Sacro Bambino, in quanto simbolo non solo di vita, ma soprattutto di rinascita.

Salvador Dalì ripropone il simbolismo dell’uovo, accompagnato alla conchiglia-mare, in due opere fortemente influenzate dal capolavoro di Piero della Francesca: la “Madonna di Port Lligat” (1950) ” e “Leda Atomica” (1949). Non va dimenticato che Leda è la protagonista di un importante Mito, tre le tante versioni, il più diffuso è quello cui si narra che Zeus possedesse Leda, regina di Sparta, assumendo le sembianze di un bellissimo cigno (animale che vive nell’acqua). In seguito all’accoppiamento con il signore dell’Olimpo, Leda depose un uovo da cui nacquero i gemelli Castore e Polluce.

L’Elemento Acqua qualche riflessione 1

Avrete notato come nella maggioranza delle chiese cattoliche l’acquasantiera abbia forma di conchiglia, simbolo primordiale che insieme alla mandorla è sopravvissuto fino a diventare fra gli elementi decorativi più utilizzati: il Femminile svalutato dalle tradizioni religiose monoteiste esce dalla porta, ma, come si suol dire, rientra dalla finestra.

L’Elemento Acqua qualche riflessione 2

A questo proposito sentiamo il parere più autorevole, quello della archeologa Marija Gimbutas, fondatrice dell’Archeomitologia:

“La credenza nella sacralità dell’acqua che dà la vita presso le sorgenti dei fiumi, delle fonti e dei pozzi, si estende dalla preistoria fino questo secolo. Sentiamo ancora parlare dell’acqua di Vita che trasmette forza, guarisce chi è malato, ringiovanisce chi è vecchio, ridona la vista e ricompone corpi smembrati e li riporta in vita. Il culto dei pozzi delle fonti termali, specialmente se alla sorgente di grandi correnti d’acqua e di fiumi, non può essere separato dal culto della Dea singola o tripla, dispensatrice di vita. Le fonti storiche, greche, romane, celtiche baltiche, parlano continuamente di Dee e ninfe connesse a certi fiumi, fonti e pozzi. Spesso i fiumi hanno nomi di Dea e le Dee locali hanno nomi di fiume….

… Le Dee datrici-di- vita conosciute grazie alle memorie del folklore, come l’irlandese Brigitte e la baltica Laima, sono le signore dei pozzi fonte di vita. Presumo che questa associazione sia esistita fin dal paleolitico, quando i santuari erano collocati presso fonti e acque minerali”(da: M. Gimbutas, “Il linguaggio della Dea”, ed. Venexia.)

Per noi che utilizziamo e studiamo le Essenze Floreali, diventa inevitabile collegare il sacro Uovo-Utero ai bulbi delle piante.

( Continua…)

Articolo pubblicato sulla Newsletters della Unione di Floriterapia di Milano

Le due immagini dei capolavori Di Piero Della Francesca e di Salvador Dalì , sono tratte dal bel sito www.settemuse.it

L’Essenza Californiana e il gatto nero di Patricia: una interpretazione analogica

L’Essenza Californiana e il gatto nero di Patricia: una interpretazione analogica

Ascoltare Patricia Kaminski rappresenta sempre un’esperienza unica. In particolare mi esalto quando la sento condividere il suo amore per gli animali e per i suoi gatti in particolare.

Non poteva dunque cancellarsi dalla mia memoria la storia del suo gatto nero che pur amato e coccolato si dimostrava molto mordace. Chi conosce i gatti lo sa, nessuno è uguale all’altro, ma ognuno ha una personalità ben definita, con predilezioni, tic, manie e modalità di relazione diverse. Ci sono quelli più “graffiosi”, che utilizzano gli artigli affilati per ribellarsi e difendersi, quelli assolutamente pacifici che, sebbene dotati di strumenti di offesa, non danno segno di esserne consapevoli, il micio di Patricia usava le zanne e posso dire, per esperienza diretta, che il morso di un piccolo felino può fare piuttosto male. Questa panterina, pur affettuosa ed intelligente, era assolutamente intrattabile e non disposto a farsi manipolare.

Immagino che un animale di affezione nelle mani della Kaminski non possa esimersi dallo sperimentare l’efficacia delle Essenze Floreali, infatti Patricia decise di provare ad utilizzare con lui l’essenza del fiore Snapdragon, letteralmente “morso di drago”, quello che noi chiamiamo “Bocca di Leone”. Purtroppo non è per nulla facile somministrare medicine e rimedi in generale ad un gatto così battagliero, così lei pensò di utilizzare un particolare sistema di somministrazione per non stressare l’animale, evitando lotte per infilargli in bocca le goccine.

Questo metodo lo consiglia a tutti noi: bisogna inumidirsi le mani con il rimedio in soluzione acquosa a poi accarezzare il pelo dell’animale, lui stesso, sia leccandosi che attraverso la pelle, assumerà l’essenza senza agitarsi troppo.

Il gatto in questione, evidentemente, sebbene piuttosto selvaggio accettava le carezze, con quelli che invece non si fanno proprio toccare, non ci resta che unire l’Essenza Floreale all’acqua o al cibo, sperando che il felino, notoriamente schizzinoso, non percepisca l’aroma del brandy.

Patricia conclude la sua storia raccontandoci che il gatto nero in seguito alla assunzione di Snapdragon, divenne decisamente meno aggressivo e mordace.

Vediamo adesso un po’ più in dettaglio di che Fiore stiamo parlando.

Bocca di Leone: Antirrhinum majus: anti (simile), rhin (muso). Anche il termine botanico fa riferimento alla particolare conformazione del fiore i cui petali, se leggermente premuti, si aprono ricordando il muso di un animale.

In fitoterapia, l’estratto ricavato dalle foglie e dai fiori è ricco di mucillagini e glucosidi con proprietà principalmente antinfiammatorie e lenitive.

È interessante notare come questo estratto sia consigliato per curare infiammazioni e ulcerazioni del cavo orale.

Ecco nuovamente l’indicazione collegata ai termini bocca-muso-morso, presenti sia nel nome popolare dato all’Antirrhinum majus in diversi paesi che nella denominazione botanica.

La pianta appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae comealtri fiori utilizzati in floriterapia, basti pensare al Mimulus del repertorio di Bach ed ai MonkeyFlower , repertorio FES.

Per quanto riguarda la floriterapia, Katz e Kaminski, utilizzano la varietà gialla, ma non sono riuscita a scoprire se anche in Nord America, come in area mediterranea, la pianta cresce spontanea nei prati nelle sue due principali varietà rosa e gialla.

In Sicilia e nell’isola di Pantelleria mi sono imbattuta in distese fiorite di questa pianta nella varietà rosa, con grandi e vistosi fiori, in Liguria invece ho sempre incontrato la varietà spontanea di colore giallo, con fiori decisamente più modesti.

La FES ci fornisce questa indicazione per l’utilizzo della Essenza Floreale:

“ tensione alle mandibole, aggressività verbale, energia della libido repressa o mal diretta”.

Questa breve riflessione sull’Essenza Californiana Snapdragon, tenta di mostrare le intime connessione fra l’aspetto della pianta, il suo comportamento e l’utilizzo sia in fitoterapia che nell’ambito che in questa sede più ci interessa: la floriterapia.

La lettura della pianta, sulla scia di grandi Anime come Paracelso e lo stesso Dott. Edward Bach, ci invita a portare l’attenzione sulle analogie presenti nella natura, solo così noi possiamo renderci conto che Il mondo dei simboli non è un’invenzione di qualche geniale intellettuale, bensì parte integrante dell’esistenza stessa.

La bellezza dell’Iris ci guida verso la luce

La bellezza dell’Iris ci guida verso la luce

Questa essenza floreale è ricavata dalla varietà californiana dell’Iris Barbato, splendida rizomatosa molto diffusa anche da noi nei prati dove cresce spontanea e nei giardini dove sono coltivate diverse varietà di Iris, sia rizomatose che bulbose.
Katz e Kaminski, che ne hanno fatto il simbolo della FES (Flower Essence Society) così ce lo raccontano: “Per guarire molti blocchi o ferite connesse alla propria creatività”.
Se notate, nella foto che ho scattato pochi giorni fa a Siracusa, ho preferito mettere a fuoco i boccioli poiché il fiore è così trionfante che rischia di attirare su di sé tutta l’attenzione. Questi boccioli ben impacchettati in una membrana simile alla pellicola che si usa in cucina, mi fanno pensare ad un potenziale bloccato, che sta aspettando l’aiuto della luce per potersi esprimere in tutta la propria regalità.
Nella mia pratica di floriterapeuta, ho notato che spesso il disagio lamentato dai clienti arriva a concretizzarsi in un vero e proprio malessere fisico con forme di stanchezza, insonnia, mancanza di energia, profonda malinconia. Già dopo un primo approfondito colloquio spesso emerge uno stato di frustrazione legato alla propria quotidianità ed alle scelte di vita sia professionali che affettive. Purtroppo la nostra esistenza non può essere cambiata con un colpo di bacchetta magica, ad esempio un lavoro sebbene poco gratificante può rappresentare l’unica concreta possibilità di sostentamento. Dunque le persone rifiutano di riconoscere il loro malcontento temendo di essere costrette, una volta affrontata la realtà, a mettere in discussione tutta la propria vita. Il percorso verso l’accettazione della propria frustrazione può essere estremamente lento, delicato e talvolta doloroso: il nostro cliente si sente in trappola, senza speranza e gli impegni quotidiani diventano un peso insostenibile; qui il floriterapeuta ha il compito di sostenere la persona stando al suo fianco senza pungolarlo o manifestare aspettative nei suoi riguardi. In questa fase, adeguatamente associato ad altre essenze, Iris svolge il compito di insegnarci che sebbene non si possa rinunciare sui due piedi ad un impiego che svolgiamo solo per necessità, la nostra creatività, apparentemente perduta ed annientata, può, cacciata dalla porta, come si suol dire, rientrare dalla finestra. Ci sono tanti piccoli gesti e attività che noi possiamo introdurre nella nostra vita per nutrire il nostro potenziale creativo senza per questo essere costretti a rivoluzionare la nostra esistenza. Iris ci mostra la molteplicità di talenti che chiunque di noi già possiede senza riuscire a vederli, portando la luce in una realtà percepita come grigia e pesante.
Quando facciamo qualche cosa che ci appassiona, sia decorando una torta che dipingendo un capolavoro, noi stiamo bene: non sentiamo la stanchezza, abbandoniamo i pensieri fastidiosi e ripetitivi e ci dimentichiamo degli acciacchi che ci tormentano nell’arco della giornata. Iris ci aiuta proprio qui: a dare credibilità alle nostre potenzialità creative che si possono manifestare in molteplici modi così come sono molteplici i colori di quello che la lingua spagnola chiama poeticamente “ el arco iris”, l’arcobaleno. Iris infatti in greco significa proprio arcobaleno.
Ho sempre molto amato questo Fiore, ricordo che quando ero bambina regalavo mazzi di Iris alla mia mamma che nel mese di maggio compiva gli anni. Lei però non apprezzava molto, diceva sempre che la intristiva vedere appassire i fiori recisi….ma io non resistevo li compravo lo stesso, erano così belli!

“Patricia Kaminski e la sua Dea”

“Patricia Kaminski e la sua Dea”

Tra me ed alcune colleghe è nato un gioco: “Indovina la Dea”, deriva giocosa di quella ricerca a cui da anni dedico molte energie di “testa” e di “cuore”: “I Fiori e le Dee”.

In occasione dell’attesissimo incontro con la coppia Kats e Kaminski il prossimo settembre a Chiesa in Valmalenco, mi è stato chiesto di sottoporre a questo gioco anche la carismatica Patricia Kaminski.

Permettetemi una piccola premessa: l’archetipo femminile presente in ogni donna e nell’Anima (intesa in senso junghiano) di ogni uomo, non è monolitico, ma piuttosto costituito da una molteplicità di aspetti così efficacemente simboleggiati dalle divinità femminile della mitologia ellenica.

Proprio in questa molteplicità sta quel mistero dell’Eterno Femminino, ricchezza e forza di ogni donna, che nei millenni gli artisti hanno inutilmente tentato di svelare.

Il disagio si manifesta quando uno di questi aspetti prende il sopravvento, potremmo anche dire che in questo caso la donna finisce per sottomettersi alla tirannia di una particolare dea e trascurane altre, scivolando così verso emozioni e comportamenti disarmonici.

Questo, ovviamente, non è il caso di Patricia: chi l’ha incontrata può confermare l’aura di freschezza e armonia che la circonda. In lei, a mio avviso, ogni aspetto del femminile, dunque ogni dea, è adeguatamente onorata.

Piuttosto siamo noi che tendiamo a vedere in lei solo alcuni aspetti della sua femminilità, guarda caso proprio quegli aspetti che abbiamo in eccesso o in carenza. Questo confronto può allora rappresentare di per sé un momento terapeutico, un’occasione in più per approfondire la conoscenza di noi stessi.

Seguendo le lezioni di Patricia Kaminski, in molte abbiamo sperimentato emozioni positive di appagamento, assenza di ansia e, se non soluzione, per lo meno sospensione dei conflitti interiori.

Da quando la incontrai nel lontano 1998 e poi nel 2001 a Barcellona, in lei scorgo l’incarnazione archetipica della dea duplice Kore/Persefone, che il dio Ade rapisce alla madre Demetra per farne la sua sposa e la signora degli Inferi.

In Patricia,di Kore, la “fanciulla”, ritrovo la grazia con cui porge le sue vaste conoscenze senza mai cadere nel rischio di una eccessiva intellettualizzazione. Eterna ragazza, anno dopo anno, il tempo sembra passarle accanto con clemenza, permettendole di indossare con garbo ed eleganza le sue lunghe gonne ricamate di fiori. La risata è sempre pronta a risuonare nella sala, mentre lo sguardo vivacissimo si aggira sugli astanti con divertita curiosità e spontanea partecipazione.

Patricia, d’altra parte, non rappresenta solo la leggiadra ed indifesa Kore, durante i suoi seminari incarna con autorevolezza anche l’altro aspetto della figlia di Demetra, quello di Persefone, “la regina degli Inferi”, colei che reggendo la fiaccola ci guida e rassicura nel periglioso viaggio all’interno di noi stessi. Lei conosce la strada per averla percorsa molte volte e ora può offrirsi come nostro mentore.
Proprio come fa Black Eyed Susan, l’essenza floreale californiana scoperta dalla Kaminski e da suo marito Richard, un rimedio che dona luce e consapevolezza, aiutandoci ad affrontare gli aspetti ombra della nostra personalità.

Concludo con un arrivederci a settembre, al seminario. Lì, magari gustando un piatto di pizzoccheri, ci potremo raccontare quale dea abbiamo individuato nella nostra affascinante relatrice, nella compagna di stanza e dunque in noi stesse.
Per chi non potrà partecipare, prometto che in seguito sarà possibile creare dei momenti d’incontro in cui condividere l’esperienza di Chiesa in Valmalenco, come già era avvenuto dopo i seminari precedenti.

 

“Patricia Kaminski e Richard Katz in Italia!”

“Patricia Kaminski e Richard Katz in Italia!”

Cinque giorni residenziale: dal 26 al 30 settembre 2013.

 

Hotel Tremoggia a Chiesa in Valmalenco

Seminario di alto livello di preparazione professionale

Il seminario è a numero chiuso   –   PDF: programma

PDF: seminario-hotel scheda di adesione

la prenotazione del hotel è gestito dall’Unione di Floriterapia  – PDF: modulo di iscrizione online

ulteriori informazioni e iscrizione:

329 4279017/348 7735781 seminariofes2013@gmail.com

Il Corso Professionale FES è strutturato per professionisti di livello intermedio ed avanzato che abbiano già una formazione o un’esperienza in Floriterapia.

Il seminario è un’opportunità unica anche per chi ha una conoscenza meno approfondita della Floriterapia Californiana per la possibilità di apprendere direttamente il metodo di due grandi ricercatori professionisti riconosciuti e accreditati a livello internazionale da oltre 40 anni, due giganti della Floriterapia internazionale.

E’ un’opportunità unica e prestigiosa per ampliare le proprie competenze attraverso insegnamenti pratici e teorici.

I relatori forniscono diversi strumenti di approfondimento, dallo studio sui Fiori e le loro virtù terapeutiche, a metodi di counseling e lavoro interiore.

La struttura e la professionalità del programma, che è proposto annualmente a Terra Flora (Nevada City – USA)  da circa trent’anni è frequentato da terapeuti di tutto il mondo, rendono omaggio, pur coltivandoli allo stesso tempo, all’intelletto, alla sensibilità e all’immaginazione individuali, in preparazione della fase successiva (opzionale) di Certificazione FES.

Argomenti salienti del Corso:

*  I fondamenti storici e filosofici della Floriterapia

*  Profili approfonditi delle essenze chiave e delle formule

*  Principi nella selezione, formulazione e applicazione delle essenze floreali

*  Esperienza pratica nella valutazione e selezione delle essenze floreali

*  La Mappa Meta-Flora dell’Anima come matrice per la Floriterapia

*  La relazione Cliente-Terapeuta

*  Comunità particolari: bambini, anziani, animali

*  Casi clinici e tematici importanti nella ricerca FES

Il seminario offre ai partecipanti le basi teorici e metodo,logiche per affrontare il Programma di Certificazione FES che viene offerto come opzione successiva attraverso l’utilizzo di un criterio rigoroso nella documentazione dei casi, il Programma di Certificazione si prefigge l’acquisizione di un metodo professionale che amplifica e approfondisce l’approccio terapeutico personale.

In Italia, la Certificazione FES è seguita dall’Unione di Floriterapia autorizzata in esclusiva da Patricia Kaminsky e Richard Katz.

Per ulteriori informazioni vai al sito della Unione di Floriterapia di Milano.

Archivio Articoli