Grande Madre Archives - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

La Rosa e il Giglio: Rosa Parks e Mariposa Lily

La Rosa e il Giglio: Rosa Parks e Mariposa Lily

Solo 64 anni fa, il primo dicembre del1955  in Alabama, Rosa Parks, una donna afroamericana, trovò il coraggio di dire un “no” che ebbe valore non solo per lei sua dignità, ma per quella di tutte le persone oppresse, discriminate, umiliate.

Da floriterapeuta, tendo a percepire le essenze floreali come simboli di atteggiamenti mentali, istinti ed emozioni.
Oggi pensando a questa donna, che per me ha sempre rappresentato un grande modello, non posso evitare di collegare il suo gesto eroico ad una essenza floreale che amo particolarmente:
Splendida Mariposa Lily (calochortus-splendens).
Si tratta di una bellissima liliacea, dunque una pianta dotata di un bulbo che contiene in sé tutto ciò che serve a farla crescere e fiorire, esattamente come avviene nell’uovo e nell’utero.
Mi è spesso capitato di sottolineare la geniale intuizione di Patricia Kaminski, che ha collegato alcuni gigli ad aspetti chiave del principio femminile.
Per le tematiche legate alla maternità biologica ed al rapporto madre-figli, Patricia propone il candido giglio farfalla: Mariposa Lily.
Splendid Mariposa Lily tuttavia, pur simile nella sua variante rosa magenta, per me è speciale, ha qualcosa in più, in quanto va oltre alle difficoltà emozionali collegate all’ inconscio personale.
Questa particolare liliacea rappresenta un simbolo connesso a quello che C.G. Jung ha definito Inconscio Collettivo: quindi un concetto materno ben più ampio, che trascende il principio biologico della maternità.

 

Che cosa ci insegna l’essenza floreale ricavata da Splendid Mariposa Lily:
“ability to activate transcendent forces of mothering and mercy for all of the human family” (FES, Flower Essence Society)
Ovvero, risveglia in noi le energie materne superiori e la misericordia per tutta la famiglia umana e, aggiungerei,  per ogni forma di vita. Siamo allora davanti ad un materno globale che non esclude nulla e nessuno, ma anzi include.

Ma torniamo a Rosa Parks, la quarantenne mai  “benedetta dall’arrivo di un figlio”, così allora si diceva e oggi, ahimè, si tende ancora a pensare. La sua ribellione, alla luce degli eventi che seguirono, ha significato un notevole passo avanti nella lotta per i diritti degli afroamericani, dei diritti umani in generale e, come non è stato ancora sufficientemente sottolineato, per i diritti delle donne.
Quel gesto forte: il rifiuto di cedere il posto in autobus ad un “bianco”, probabilmente scaturiva dalla insostenibilità della discriminazione razziale a cui era ogni giorno sottoposta, ma alla fine ha trasceso il contesto storico e sociale in cui è stato compiuto, diventando un gesto di amore e riscatto universale.
E dunque Rosa, con il suo bel nome fiorito, oggi rappresenta una figura che da sempre considero con affetto e ammirazione come una della nostre grandi madri. Sì, una Splendid Mariposa, una Grande Madre, proprio lei che biologicamente, madre non è mai stata.
Marisa Raggio
I Fiori e le Dee

“Il ritorno della Dea”

“Il ritorno della Dea”

Partecipo a un seminario di floriterapia: è la fine di ottobre del 2008. Richard Katz e Patricia Kaminski, ricercatori e scopritori del sistema di Essenze Floreali Californiane (FES), sono in Italia e un centinaio di persone si raccoglie intorno a loro, in un piccolo Hotel delle Dolomiti, spinti dall’amore per i fiori, la Natura e l’armonia del Creato.

Mi guardo intorno e contemplo i visi: espressioni assorte, entusiaste, persino eccitate. Mi faccio una domanda: quanti uomini ci sono in sala? Li conto, arrivano a stento al dieci per cento dei presenti, mi viene da dire ” complimenti alle mamme di quelli che sono qui con noi”.

Eppure Edward Bach, Paracelso, Ermete Trismegisto, lo stesso Richerd Katz, sono maschi, ma qui, chi magnetizza l’attenzione è Patricia che ci parla di fiori, colori, forze della natura, fasi lunari, anima e compassione per tutti gli esseri viventi.

Mentre l’ascolto non posso fare a meno di pensarlo: ” ecco una delle tante incarnazioni della Dea “, poi circolo fra la folla, mi siedo al ristorante, chiacchiero, osservo e ascolto. Sento che la presenza della Dea è ancora forte: sta nella vitalità di tante delle donne presenti e contagia i maschi che sono lì con noi.

L’energia femminile della Dea primigenia non ha più bisogno di nascondersi, qualche cosa è cambiata in molte coscienze, e sempre meno viene criminalizzata o ridicolizzata. Ovunque sul web assistiamo alla fioritura di siti, più o meno seri, più o meno affascinanti che parlano delle antiche dee, non solo del mondo classico, ma anche di quello celtico, egizio, precolombiano. Chiamiamola Artemide, Demetra, Circe, Morgana o Iside, come più ci piace, ma non la trascuriamo, renderle onore significa riconoscere in noi il suo potere di TRASFORMAZIONE.

A questo proposito cito Erich Neumann, che ha saputo onorare il suo femminile con opere di fondamentale importanza:

“…In questo mondo matriarcale il mondo spirituale della luna, corrispondente al simbolismo fondamentale dell’Archetipo del Femminile, viene concepito come nascita, anzi, come rinascita. Ovunque incontriamo il simbolo della rinascita ci troviamo dinnanzi a un mistero di trasformazione matriarcale. Il simbolismo della trasformazione diviene sacrale ovunque alla natura di pura trasformazione del processo faccia seguito l’intervento umano…La forma più elevata di questa trasformazione naturale sublimata è il processo di integrazione della personalità umana…. Processi simili sono i misteri primordiali del femminile. ..come la preparazione di cibi e bevande, la creazione di vestiti, vasi, case, ecc….” (Eric Neumann, La Grande Madre, Casa editrice Astrolabio, pag.66)

Quindi l’evento della trasformazione, che sia legata alla cottura del cibo o alla cura della persona, era originariamente accomunato al principio femminile, consacrato da uomini e donne attraverso il culto della Grande Madre.

Così mentre sono assorta in tali considerazioni ho un pensiero: per questa ragione mentre sto scrivendo contemporaneamente tengo d’occhi i fornelli dove sulla fiamma sta “trasformandosi” lo stoccafisso alla ligure e io, in quanto donna, riesco a non bruciarlo?

Che la Dea vi accompagni.

* (L’immagine di chicory è della dott. Gabi Krause)

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