dandelion Archives - Il Canto di Estia di Marisa Raggio

“Dandelion per l’Anima, Tarassaco per il Corpo”

“Dandelion per l’Anima, Tarassaco per il Corpo”

Il tarassaco in questa stagione non fiorisce: “deflagra”.

Appare ovunque con una generosità commovente, ornando persino le più martoriate aiole di Milano. Per regalarci la luce dorata del suo fiore giallo pretende davvero poco: solo qualche manciata di terra e un pallido raggio di sole velato dalle polveri sottili.

Eppure è una pianta nota da sempre per le sue virtù risanatrici. Il buffo nome popolare “piscialetto” evidenzia le sue proprietà diuretiche. Contiene delle sostanze amare (inulina e tarassicina) che lo rendono soprattutto utile come drenante del fegato che proprio in questa stagione, dopo i mesi invernali avrebbe bisogno di disintossicarsi. Va sottolineato che questa pianta contiene una notevole quantità di potassio, minerale che agisce sul meccanismo di contrazione e rilassamento dei muscoli.

Richard Katz e Patricia Kaminski hanno inserito nel loro sistema di Essenze Floreali il tarassaco con il nome inlgese di “dandelion”, termine che più per assonanza che traduzione letterale ci rimanda ad un altro nome popolare della nostra pianta: “dente di leone”, probabilmente in riferimento all’aspetto dentellato delle sue foglie.

Considerandomi una Vervein caratteriale, quindi sempre un po’ tesa, l’ho utilizzato diverse volte oralmente. A differenza di molte mie colleghe di vasta esperienza, personalmente non ho tratto un evidente vantaggio dall’assunzione di questo fiore. La muscolatura del collo, capro espiatorio di tutti i miei malumori, non riusciva a rilassarsi. Allora ho provato ad applicare localmente dandelion veicolato nell’olio, praticando un lievissimo massaggio che senza comprimere la parte dolente si limitava a trasmetterle il calore della mano. Questa volta ha funzionato!

Fateci caso, spesso il nostro collo si ”incricca”, in seguito ad un’arrabbiatura; sfiorandolo potete sentire la sua muscolatura orrendamente contratta. Io ho fatto l’equazione Torcicollo= Rabbia e noto, guarda caso , che in erboristeria il tarassaco è utilizzato anche per drenare il fegato attraverso la stimolazione della bile. Questi due organi, secondo medicine tradizionali di diverse provenienze, sono associati all’l’emozione  Rabbia, mentre nella cultura popolare si dice che uno arrabbiato o invidioso diventa “ verde dalla bile” o “si mangia il fegato”. Del resto senza disturbare la carenza di potassio, di cui questa pianta è ricca, sappiamo che rabbia e tensione ci portano a contrarre i muscoli, stringere i pugni e alzare le spalle.

Provate a zampettare sui siti di body building…è una esperienza.. curiosa… , troverete una discussione minuziosa sull’utilizzo di estratti di tarassaco come coadiuvanti dell’attività muscolare.

Insomma alla fine tutto torna, e ci conduce alle indicazioni dell’ Essenza Californiana Dandelion, consigliata  a persone molto tese, impegnate in un grande sforzo, che hanno difficoltà a “mollare” e sono poco attente ai messaggi che il corpo invia loro.

Ricordiamoci, come  insegna Patricia Kaminski, che l’Essenza Floreale porta le proprietà curative ed il carattere della pianta dal livello del soma a quello spirituale- animico. Questo principio vale ovviamente per tutti i fiori, ma se si osserva nelle piante officinali diventa di più facile comprensione.

Che la Dea vi accompagni.

.

.

“Erbe buone per l’anima e per la… gola”

“Erbe buone per l’anima e per la… gola”

Quando il sole si fa più discreto, attenuata la vampa estiva, sotto gli ulivi cominciano a spuntare, tenere, tenere, le erbe selvatiche e finalmente la raccolta può incominciare. Sono le erbe che noi conosciamo perché ne utilizziamo le vibrazioni sotto forma di essenze floreali e il cui principio attivo ci aiuta a curare diversi acciacchi. Erbe spontanee che sapientemente cucinate contribuiscono da secoli a rendere la cucina ligure, che è essenzialmente “povera”, così saporita e profumata.

Tra le tante ricette che utilizzano questo bendiddio, vi presento la più semplice, ma anche quella che fa più discutere a partire dall’origine del suo curioso nome: PREBUGIUN . Si racconta che il termine derivi addirittura da Goffredo di Buglione che aveva attraversato il territorio con i suoi crociati. Questi chiedevano offerte di cibo alla popolazione “ pro Buglione”, di qui Prebugiùn o Preboggiòn, a seconda delle zone.

Il piatto è davvero elementare: un insieme di erbe selvatiche che vengono fatte lessare e poi mescolate alle patate bollite, il tutto deve essere poi abbondantemente innaffiato da ottimo olio di frantoio.

Meno semplice è invece la sua composizione che negli anni è andata impoverendosi, molte erbe ormai non si trovano più, o piuttosto, sempre meno persone le sanno riconoscere.

Le principali erbe che compongono il brebugiùn sono: Cicerbita (lig. scixèrbua – Sonchus oleraceus); Grattalingua, (lig. [rat]talêgua – Reichardia picroides); Raperonzolo, (lig. ranpunçu – Campanula rapunculus); Cicoria, (lig. radicion – Cichorium intybus); Radicchio selvatico, (lig. denti de coniggio – Hyoseris radiata); Tarassaco, (lig. dente de can – Taraxacum officinale); Borragine, (lig. boraxe – Borago officinalis); Bietola di prato, (lig. gè – Beta vulgaris); Ortica, (lig. ortiga – Urtica dioica; Papavero, (lig. papavao – Papaver rhoeas).

Io ricordo, aimè troppi anni fa, di anziane contadine che aggiungevano foglie di Pratolina (Bellis Perennis) eVioletta( viola odorata) per rendere il miscuglio “ più profumato”

Così ce ne parla il poeta chiavarese Carlo Costa (1912-2000), nella sua poesia PORTO D’ERBE:

Vaddo p’erbe, talegue, radiccion, 
crescion, bonòmmi, sciscèrboe, boraxi; 
scerbo gramigna, leuggio, scioùa d’òrto;
çenn-o con ‘n euvo e ‘n pò de preboggion: 
scòrdo do mondo coæ, bæghe, ravaxi 
into refugio e a paxe do mæ pòrto.

(Vado in cerca d’erbe, radicella, radicchio, crescione, cicerbite, borragine; estirpo gramigna, loglio, fioritura d’orto; ceno con un uovo e un po’ di verdura bollita: dimentico le voglie, le beghe, i trambusti del mondo nel rifugio e nella pace del mio porto.)

Il tarassaco e la borrragine fanno parte del sistema di essenze floreali californiane, con i nomi di Dandelion e Borage.

Dandelion termine inglese che ci riporta al nome popolare “dente di leone”, è quella comunissima pianta che ha foglie appunto dentellate e il cui fiore, di un bel giallo solare, si trasforma nei cossiddetti soffioni, i morbidi batuffoli di semi che i bambini amano disperdere nell’aria con un soffio. Agisce sulle contratture muscolari, ed è utile alle persone molto tese, indaffarate, che tendono a disperdere la propria energia.  Assumendola saremo guidati a dare maggiore ascolto ai messaggi che ci arrivano sia dal nostro corpo che dalle nostre emozioni.

Borage è una essenza floreale che utilizzo molto sia per me che per le persone di cui mi prendo cura. E’ partcolarmente utile per tutte quelle emozioni legate alla tristezza e allo scoraggiamento che talvolta possono essere percepite fisicamente nella zona del cuore. Ho notato che spesso chi mi sta parlando di un lutto o un grosso dipiacere tende a portarsi la mano in quel punto che la tradizione indiana indica come chakra del cuore. Borage dona il coraggio di andare avanti anche nei momenti di maggiore afflizione.

.

.

Archivio Articoli