Estratto dal mio intervento alla giornata di aggiornamento del Registro Italiano Floriterapeuti, novembre 2011.
Da circa nove anni mi occupo della teoria degli archetipi applicata alla pratica con le Essenze Floreali.
In particolare la mia esperienza di floriterapeuta che incontra prevalentemente donne e la mia storia personale, mi hanno condotto ad una appassionata ricerca sull’archetipo del femminile miracolosamente espresso nel principio a noi così noto dell’essenza floreale Chicory.
Altri sistemi dopo quello di Bach contengono Fiori che riguardano aspetti importanti e specifici di questo archetipo, ma a mio avviso nessuno come Chicory riesce a comprenderlo nella sua essenza.
Faccio un rapido inciso per i signori in sala: parlare di archetipo femminile non significa affrontare una tematica che tocca solo noi donne, ma, come spiega bene Jung, ogni uomo nato da donna, e fino ad ora non ne conosco di altro tipo, deve fare i conti con la sua parte femminile che Jung chiama ANIMA. Questa parte governa importanti funzioni psichiche.
Il materiale che ho raccolto in questi anni è vasto, affascinante, intrigante. Oggi, di fronte ad una platea di colleghe e colleghi, tento di evidenziare ciò che mi pare utile nella pratica floriterapica.
Per questa dissertazione sul femminile e il matriarcato mi affido (a proposito di quanto detto sopra ai signori in sala) a tre uomini: James Hillman, filosofo e psicanalista junghiano scomparso di recente, Julian Barnard, floriterapeuta, studioso del pensiero di bah e produttore di fiori di Bach, e Erich Neumann, autore di un gigantesco ed insuperato testo sull’archetipo del femminile.
Nei miei seminari ho notato che per chi fa un mestiere come il nostro o simile, è impegnato cioè in una relazione di aiuto con la propria “utenza”, fra le sette dee di “ordinanza”, le sette rappresentazione dell’archetipo del femminile secondo la mitologia classica, (MATRICE della cultura occidentale), la dea Estia è sicuramente il modello femminile più prestigioso, quello che per molte di noi appare come un punto di arrivo.
Estia è una dea della prima generazione, quindi è antica, pochissimi miti la raccontano, anche se gode di un grande prestigio sia nel modo ellenico che in quello romano.
Lei non è moglie di..madre di…figlia di…non è definita in base ad una relazione con qualche altra divinità, semplicemente ESTIA é , identificata esclusivamente con il sacro fuoco sempre vivo che la rappresenta.
Abbiamo quindi un modello di grande sostanza, scarsa apparenza e assoluta autonomia, alla maniera di Water Violet , modello che noi sappiamo quanto piacesse al nostro maestro Edward Bach.
Estia è la dea dei luoghi circoscritti, il suo focolare sacro e i suoi templi sono circolari e il fuoco mai estinto ne rappresenta il cuore.
Ogni casa romana era consacrata a Vesta ed aveva un focolare che la rappresentava posto all’ interno, mentre all’esterno delle case stava la colonna fallica dedicata al dio ERMES/ MERCURIO, simbolo della dinamicità maschile, il massimo della estroversione. Questa contrapposizione resprime molto bene la polarità maschile / femminile, estroversione/introversione.
Per me Estia rappresenta il punto più alto della introspezione e della interiorità, e chi più di noi lavora con questi aspetti? Utilizziamo L’ESSENZA DEL FIORE e lavoriamo sulle emozioni del cliente aiutandolo ad armonizzare prima ciò che sta dentro affinché, in seguito, anche il soma, l’involucro si metta a posto…
Nella antica Roma ogni banchetto che si svolgeva nella Domus era consacrato ad Estia al punto che l’esclamazione “VESTA!” è l’equivalente del nostro “SALUTE!” prima del brindisi.
Insomma, ero abbastanza compiaciuta di queste mie intuizioni…poi alcuni mesi fa leggo sul web un articolo di James Hillman che con poche parole perfette demolisce ogni mia pretesa di originalità sottolinenado l’essenza del concetto:
“La parola “IN ” oggi ha molti significati. Pochi sanno che nell’antichità era associabile alla dea ESTIA, cioè a colei che rende sacro il lavoro dell’analista.”
(James Hillman Repubblica 28 maggio 2007)
Marisa Raggio
continua
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