13 Ott 2018
il Sacro Femminile e il diritto alla Gioia
Penso che il fine ultimo di questa ricerca e di questo “impegno” che condivido con diverse donne, sia quello di “guarire noi stessi” citando Edward Bach.
Personalmente da lì sono sempre partita, sia con i Fiori, che con il mio lavoro sul Femminile: se non mi fossi sentita ammaccata e ferita, probabilmente non avrei neanche iniziato…
Gli approcci possono variare, gli strumenti anche, ma il fine vero è quello della guarigione di noi stesse.
Perseguire tale obiettivo, non è, come ci hanno sempre insegnato, una manifestazione di egoismo, ma piuttosto, la affermazione di un diritto: il diritto alla Gioia.
Questo significa sviluppare un’inevitabile attenzione al proprio “sentire”, imparando ad ascoltarci, anche quando quello che ci arriva è imbarazzante e doloroso. Certamente la guarigione è un traguardo che richiede sforzo, perseveranza e impegno, ma forse abbiamo un’altra scelta?
“Guarire”, è qui inteso nel senso più ampio, non solo di guarigione fisica individuale, ma anche emozionale, spirituale e collettiva.
Si guarisce magari un pezzetto per volta, con una lentezza talvolta sconfortante, ma tutte noi abbiamo il diritto/responsabilità di impegnarci in questa direzione.
Sì, anche Responsabilità, sì, anche nei riguardi degli altri, perché la nostra Gioia è soprattutto la fiaccola che portiamo nel mondo, donando un po’ di luce, dapprima a chi ci sta più vicino e poi a tutti gli altri.
Ci hanno insegnato la frase: “ crescete e moltiplicatevi”, io la vorrei parafrasarla in: ”cresciamo e illuminiamo”.
Dunque, a questo devono servire incontri e condivisioni: aiutarci reciprocamente a stare meglio, sostenendoci nell’impegno a curare il nostro corpo, e a curare le ferite del cuore e dell’anima che oscurano e appesantiscono la vita di tutti i giorni.
E questo è un impegno sacro che onora, come ci insegna Bach, “la scintilla divina” che è in ognuna/o di noi.
Il fatto che le donne per millenni siano state soggiogate e svalutate, oltre alla loro intrinseca essenza femminile che, come sappiamo, le rende più affini al concetto di cura e pietas, ci semplifica il compito. L’oppressione annichilisce e devasta, ma può anche rendere gli oppressi più resistenti e consapevoli.
Anche per tali ragioni, siamo principalmente noi donne l’avanguardia di questo cammino, siamo noi, come Persefone, che rechiamo la fiaccola. Siamo noi che possiamo contribuire a dissipare l’angoscia e il terrore per l’ineluttabile mortalità umana, sostituendo alle tenebre una tenace volontà di godere dei piccoli-grandi doni che ogni giorno riceviamo: le foglie d’autunno, la prima rosa, il profumo del pane, l’acqua fresca del mare, la risata di una persona cara, le fusa del gatto, il naso umido dei cani, l’entusiasmo ancora intatto dei bambini… e poi la musica, un bel libro… e..e…
Proviamoci insieme ne vale la pena.
Un abbraccio circolare a tutte e a tutti voi.
Grazie a Adriana, Dalila, , Francesca, Luisella, Mimma, Paola, Sonia, Susanna.
Marisa Raggio I Fiori e le Dee
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