Quando Fiorella ha iniziato a piangere, ho avuto un attimo, solo un attimo, di sbigottimento, di solito lei non aveva la lacrima facile. Ci conoscevamo da un po’ di tempo, ma quella volta il colloquio aveva preso una piega diversa. Gli ultimi Fiori l’avevano guidata ad abbattere vecchie barriere e Fiorella si era decisa a guardare nello specchio del passato.

Era giusto e bello che finalmente arrivassero le lacrime. Io però ho sempre pianto così poco e con questa ragazza il controtransfert era palpabile, così ho avuto alcuni lunghi istanti di commozione che mi hanno bloccato. Appena il tempo di un profondo respiro e Nuvola ha fatto l’unica cosa che andava fatta. Risvegliandosi dal suo apparente sonno di sasso, si è alzata dal suo cuscino, si è avvicinata a  lei e le ha messo le zampine in grembo scodinzolando.

Fiorella ha sorriso e le ha fatto una carezza. Sono stati solo pochi minuti, ma sono rimasti stampati nella mia memoria.

Grazie Fiorella e grazie Nuvola:  questi sono i momenti per cui vale la pena vivere.

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